Repubblica 14.5.16
L’appello degli editori indipendenti
“La nostra sopravvivenza è a rischio l’Antitrust vigili su Mondadori-Rcs”
L’iniziativa della Laterza: “È difficile per il Garante controllare l’efficacia dei rimedi contro la posizione dominante”
Ferri di E/O: “Amazon è dannoso per i librai”
Selva Coddè: “Allargheremo il mercato garantendo l’autonomia dei nostri marchi”
di Simonetta Fiori
TORINO
E alla fine la rivolta degli editori indipendenti è arrivata. Perché
questo è un Salone diverso dagli altri, il primo che celebra le nozze
autorizzate dall’Antitrust tra i due più grandi gruppi editoriali
italiani, Mondadori e Rizzoli, con la nascita di un nuovo colosso che
detiene quasi il 30 per cento del mercato, quota che non ha pari nel
resto d’Europa. «E anche il 60 per cento del tascabile », precisa
Giuseppe Laterza mentre fa volantinaggio davanti al suo stand. «Cosa
vuol dire il dato sul tascabile? Significa che Mondadori e Rizzoli
possiedono il più grande catalogo di tutti i tempi, da Omero a Calvino».
Laterza distribuisce la lettera scritta con il cugino Alessandro al
presidente dell’Autorità garante della concorrenza. «Chiediamo a
Pitruzzella di vigilare sulle condizioni che l’Antitrust ha posto al
nuovo gruppo: condizioni che noi riteniamo molto difficili da verificare
nel concreto funzionamento del mercato editoriale». Niente di
personale, aggiunge con un sorriso: «È però in gioco un pluralismo
economico e culturale che è alla base di una società libera». E tra i
firmatari del suo appello, accanto a Rodotà e De Mauro, compare anche la
firma di Settis, un autore del catalogo Einaudi.
A poche
centinaia di metri Sandro Ferri, l’editore della Ferrante che vanta un
marchio felice anche in America, ha appena manifestato le sue
preoccupazioni nel corso della tavola rotonda organizzata dall’Aie. «In
Italia ci sono 600 librerie Mondadori: possiamo pensare che diano spazio
agli editori indipendenti?». Il timoniere di E/O è molto critico anche
verso Amazon, un «business dannoso» per editori e librai. «Mi meraviglio
che il governo abbia nominato come responsabile del digitale proprio il
vicepresidente di Amazon, che si è messo in aspettativa: un conflitto
di interessi mostruoso». Sono due diverse concezioni del libro quelle
che si confrontano ieri mattina al tavolo dell’Aie, dove accanto a Ferri
siedono Enrico Selva Coddè, Ceo di Mondadori Libri, e Paola Ronchi,
direttore generale di Harper Collins Italia. Due modelli diversi, quello
artigianale e quello manageriale, la bibliodiversità e i bestseller, le
librerie indipendenti e le librerie di catena, che naturalmente possono
anche convivere, «a condizione che non vi siano posizioni
predominanti», dice Ferri.
Il capo di Mondadori ascolta con
attenzione e poi replica: «È in atto un grande processo di cambiamento
nell’editoria mondiale. Un grande editore deve aggregare le diverse case
editrici conservando l’autonomia di ciascun marchio». Coabitazione e
non concentrazione, tiene a specificare: «L’autonomia è una necessità
economica e nel gruppo possono convivere la traduzione integrale di
Finnegans Wake e Anna Todd». Si tratta anche di allargare un mercato che
oggi è ancora troppo piccolo, «raggiungendo i lettori che ora non ci
sono».
Nel tardo pomeriggio c’è un altro incontro tra editori, ma
questa volta Mondadori ha rifiutato l’invito. E nel pubblico
scarseggiano anche i gruppi più grandi, ad eccezione del vecchio Achille
Mauri. Ad aprire la discussione è un economista della Bocconi, Michele
Polo, che è molto nitido sul «potere attrattivo della nuova corazzata
che già detiene il 60/65 per cento dei top seller». Una quota, dice il
professore, «che andrà allargandosi, vista la capacità seduttiva che
potrà essere esercitata con gli autori italiani e i publisher
stranieri». Molto critico verso la sentenza dell’Antitrust, l’economista
giudica «troppo timidi i rimedi suggeriti dall’autorità garante». E chi
è stato escluso dal matrimonio «provvederà ad altre nozze per
sopravvivere al nuovo colosso». Un mondo concentrato che non piace ad
Antonio Sellerio, seduto al tavolo insieme a Giuseppe Laterza e a Bruno
Mari, vicepresidente di Giunti: «Solo un dato: nelle librerie
indipendenti, Sellerio ha 8 titoli tra i 100 più venduti; nelle librerie
di catena questa cifra scende a 2». Ora qualche dato sul mercato dei
libri che cresce nel primo trimestre del 2016 dello 0,1 per cento,
grazie soprattutto ai romanzi d’amore, ai libri sulla cristianità (che
poi vuol dire Papa Francesco), ai testi per la preparazione di esami e
concorsi. Cresce anche la strana voce di «non fiction specialistica»:
scopriamo che dentro vi è scivolato il libro postumo di Eco Pape Satàn
Aleppe (chissà come avrebbe commentato l’autore). Dove si comprano i
libri? Sempre più in libreria e sempre meno nella grande distribuzione,
soppiantata dalle crescenti vendite online. Stabili i libri per bambini e
ragazzi. A questo si aggrappano le speranze degli editori. Ancora una
volta il mondo salvato dai ragazzini.