venerdì 13 maggio 2016

Repubblica 13.5.16
L’amaca
di Michele Serra

L’USCITA dal Pd di Michela Marzano dopo l’approvazione della legge Cirinnà (da lei giudicata “importantissima”, ma incompleta e compromissoria) è un gesto serio e meditato. I tempi del renzismo, che sono febbrili (nel bene e nel male), lasciano poco tempo per la discussione, ed è un peccato. La vecchia sinistra dibatteva troppo, e nelle proprie parole annegava. Quella nuova considera la dialettica una inutile scocciatura, ed è il difetto uguale e contrario. (È la verbosità dei padri che ha generato figli dalla parole così spicce?) Peccato, perché il tema è notevole, ben al di là della questione dei diritti. Spiega infatti Marzano che «non può non essere coerente con se stessa» — è docente di filosofia morale e sa quello che dice. Ma in un ipotetico dibattito le chiederei se il fine dell’attività politica è essere coerenti con se stessi; o se la natura stessa della politica, che è attività collettiva per eccellenza, non preveda deroghe, anche molto faticose, e perfino dolorose, alla coerenza con se stessi; anche perché la politica non ha come parametro il sé, ma quel guazzabuglio che è la società. Ma poi: se i coerenti se ne vanno, a chi lasciano la politica? Ai soli incoerenti?