venerdì 13 maggio 2016

La Stampa 13.5.16
Oltre le battute, fuori dai tweet
Boschi icona del femminismo
Il segreto della ministra: linguaggio semplice e lagnarsi mai Intervista alla Zeit: “Dannoso dire alle donne che conta solo l’estetica”
di Francesca Sforza

Pari Opportunità? Non hai capito… I’m the Queen», recita la scritta sotto il volto sorridente di Maria Elena Boschi nella geniale pagina Facebook che la comunità gay ha dedicato alla sua nuova icona. Perché malgrado la ministra delle Riforme costituzionali sia diventata una sorta di palestra in cui si esercita quotidianamente il meglio della misoginia all’italiana (o il peggio, a seconda dei punti di vista), gay e femministe cominciano a guardare a lei come un punto fermo.
Lì dove altre belle della politica hanno fallito - pensiamo a Mara Carfagna o Maria Stella Gelmini, che solo al prezzo del silenzio pubblico sono riuscite a conservare una decente andatura politica - Maria Elena Boschi sembra aver fatto centro. Certo, niente è facile e non tutto è ancora stato detto, come lei stessa ammette in una intervista al settimanale tedesco Zeit uscita ieri: «È demoralizzante, per le donne italiane, il messaggio che a contare, alla fine, sia solo il loro aspetto fisico. Sul web circolano foto di me che sono chiaramente dei fotomontaggi, la cosa certo non mi fa piacere, ma non mi lascio scoraggiare». Tira dritto, la ministra Boschi, e malgrado le osservazioni su tacchi capelli e décolleté siano entrate a pieno titolo nel dibattito che la riguarda, il messaggio che lancia è post-seduttivo. «Non si tratta solo di me – dice sempre alla Zeit - Ma anche delle donne più giovani, che devono costruire il loro futuro. Quando si mette in testa alle donne che devono essere perfettamente vestite e devono avere un aspetto perfetto, per avere un futuro, questo è dannoso».
La precisione con cui non si perde dietro alle battute che le vengono rivolte – si può chiamarle molestie? – è segno di un’autentica professionalità di genere. Un misto tra il fare finta di niente, il liquidare con poche frasi (non sente neanche l’esigenza di essere particolarmente spiritosa, né sarcastica, né con la risposta pronta) e il pensare ad altro. Le femministe dicono che «si sfila dalla simmetria», non raccoglie le maldicenze, rifugge dal lagnarsi e smonta il gioco della provocazione alla base, lasciando i detrattori a rimpallare da soli. Con la delega alle pari opportunità che il governo le ha ufficialmente assegnato, Maria Elena Boschi ha oggi in mano le carte per portare avanti una difficile partita sulle politiche di genere. Come ha osservato ieri la direzione dell’Associazione Nazionale dei Centri Antiviolenza Dire. «Sono mancate finora direzione e indirizzo su politiche importanti, ci auguriamo che con il suo arrivo si riesca a intervenire su diritti delle donne fino ad oggi trascurati». Diciamolo, se fosse una pop star afro americana sarebbe Beyoncé, e se avesse vinto due Grammy Awards sarebbe Taylor Swift.