martedì 10 maggio 2016

Repubblica 10.5.16
“Via i segreti di Stato sul terrorismo”
La Boldrini alla Camera nel Giorno della Memoria per le vittime degli anni di piombo: “Sì a desecretazione e reato di depistaggio, oggi la lotta è contro la corruzione”. L’omaggio di Mattarella alla tomba di Aldo Moro
di Umberto Rosso

ROMA. Nel Giorno della Memoria, per onorare le vittime del terrorismo e i loro familiari che quasi si stringono l’uno nell’altro nell’aula di Montecitorio, serve che non si spenga mai «il grande abbraccio» del paese, ma soprattutto occorrono «atti concreti». Così la presidente della Camera, che celebra la ricorrenza davanti al capo dello Stato Mattarella che ha appena reso omaggio alla tomba di Aldo Moro a Torrita Tiberina, sposta in qualche modo le lancette della storia del nostro paese dal passato al presente. Ricordare le vittime di quei crudeli anni di piombo oggi vuol dire soprattutto «combattere la corruzione e l’illegalità, rendere più pulita la politica ». Per Laura Boldrini il fronte della battaglia per la democrazia oggi passa soprattutto da qui, tagliare alle radici malaffare e infiltrazioni nei partiti e nello stato, «non siamo tutti uguali », sottolinea con forza. La partecipazione dei cittadini, il «muro di popolo » che consentì di battere l’eversione, è la chiave della libertà. Con le vedove, i figli, i nipoti degli uomini delle istituzioni finiti sotto i colpi del terrorismo nero e rosso, e con tutti i parenti delle vittime delle troppe stragi ancora oscure, la presidente della Camera s’impegna per un’operazione-verità. Andare avanti sulla strada della desecretazione: «La Camera è già impegnata in una vasta opera di trasparenza per rendere pubblici atti ancora coperti da segreto, per lo stesso obiettivo si è impegnato il governo con una sua direttiva. Non ci fermeremo». Leggi strage di Bologna o quella di Ustica dell’80. Parlamentari del centrodestra, come Quagliariello e Giovanardi, chiedono di togliere il segreto anche agli atti della Commissione Mitrokhin e rendere pubblici quelli già noti alla nuova Commissione Moro.
La presidente della Camera vuol far giungere in porto un altro provvedimento che naviga fra Montecitorio e Palazzo Madama: la definitiva approvazione della legge che introduce il reato di depistaggio. Infine, un impegno per il riconoscimento pieno ai familiari delle vittime dei loro diritti previdenziali. «Noi – accusa Lorenzo Conti, il figlio del sindaco di Firenze, Lando, ucciso dalle Br nel ’86 – aspettiamo ancora la verità, non sappiamo ancora praticamente nulla dell’omicidio di papà». E propone di riaprire la ricerca sui tanti “cold case” degli anni di piombo, affidandosi anche alle indagini di una squadra di giornalisti. Per cercare giustizia, non vendetta.