mercoledì 11 maggio 2016

La Stampa TuttoScienze11.5.16
Mille buoni motivi per vincere il terrore dei vaccini
Arriva un libro contro l’irrazionalismo di tanti genitori
“Riscopriamo la verità, oltre stereotipi ed equivoci”
di Andrea Grignolio

Per quale ragione, dopo due secoli di successo contro terribili malattie infettive, a partire dal 1980, i genitori appartenenti a democrazie avanzate, con un buon livello di istruzione e un discreto status economico-sociale - tutte caratteristiche che di solito sono correlate alla longevità e a un efficiente rapporto con le pratiche igienico-sanitarie - mostrano un atteggiamento irrazionale verso le vaccinazioni, rifiutandole e mettendo a rischio la vita dei propri figli?
Il libro
Questa domanda mi ha tormentato per anni - oltre ad avermi causato aspre discussioni con amici e conoscenti -, prima che mi decidessi a studiarne le cause e infine a dedicargli un libro: «Chi ha paura dei vaccini?» (Codice Edizioni), da domani nelle librerie. Nel cercare i dati e le ragioni del rifiuto vaccinale mi sono presto reso conto che si trattava di un problema estremamente articolato, perché, sfortunatamente, non aveva a che fare solo con le prove scientifiche che certificano la sicurezza e l’efficacia dei vaccini - altrimenti il problema sarebbe risolto da tempo -, ma con una serie di saperi differenti, tra loro sconnessi, come la storia della medicina, le strategie della comunicazione, la psicologia cognitiva ed evoluzionista, le neuroscienze, l’epidemiologia e le conoscenze demografiche sull’alfabetizzazione e gli stili di vita. Se si sceglie uno solo di questi percorsi, ignorando gli altri, non si comprendono il recente calo delle vaccinazioni e il conseguente, drammatico ritorno delle malattie infettive come il morbillo, la meningite, la pertosse e la difterite.
Il percorso che questa ricerca mi ha obbligato a fare procede a ritroso nel tempo, dalle cause prossime a quelle remote, ovvero evolutive, che qui tento brevemente di riassumere. Internet è uno strumento conoscitivo formidabile, l’ampiezza delle sue risorse e la sua libertà rappresentano non solo la forza ma anche la sua debolezza. Accanto a ricerche scientifiche affidabili è pieno di dati fasulli e di spazzatura complottista e, come suggeriscono molti dati, i genitori che si informano sul web sulle vaccinazioni pediatriche sono più influenzati dalle bufale, prima fra tutte quella che causino l’autismo, che dalle notizie vere sui loro benefici. Tale eccesso informativo, ricco di contraddizioni e di rischi, colpisce i genitori della società occidentali più avanzate, caratterizzati da un regime di fecondità bassa e tardiva, dunque biologicamente più esposti al rischio di malattie del nascituro e in una fase professionale ed esistenziale stressante e insoddisfacente: un contesto globale che favorisce le distorsioni percettive nella valutazione dei rischi nelle scelte medico-sanitarie cui sottoporre i propri figli e che induce i genitori a ridurre o evitare le situazioni ansiogene nelle comunicazioni con gli operatori sanitari.
Inoltre, questa fetta di popolazione è spesso orientata, per status culturale ed economico, verso un sano approccio salutista, che però è oggi dominato da una fallace ideologia naturista (in genere caratterizzata dal nutrizionismo biologico e dall’uso di trattamenti omeopatici o, in misura preoccupante, dagli insegnamenti antroposofici tipici delle scuole steineriane), che guarda alle vaccinazioni con sospetto o avversione. Si instaura, così, un sistema di credenze costantemente rinforzate da meccanismi cognitivi che regolano la condivisione di quei valori politico-culturali che sovraintendono le dinamiche tribali e l’appartenenza a un gruppo sociale elitario a cui si desidera appartenere. A queste ragioni vanno aggiunti cambiamenti sociali radicali, come l’indebolimento dell’autorevolezza del medico, dovuto a una malintesa interpretazione dell’autonomia del paziente. Una tempesta perfetta, che si abbatte sui pediatri, che si trovano davanti genitori sordi a ogni richiamo ai dati e al buonsenso.
Le cause
Come risolvere, dunque, questa chiusura cognitiva che sta mettendo a rischio la salute pubblica di molti Paesi? Ricorrendo alla cause remote. L’incapacità di valutare il rischio, l’istinto per la protezione della prole e l’adesione tribale a valori e credenze del proprio gruppo sociale sono infatti lasciti «irrazionali», dovuti al passato evolutivo: adattamenti utili nella savana del Pleistocene, ma che sono oggi causa di distorsioni sistematiche del giudizio («bias»). Nelle conclusioni del libro vengono discusse alcune recenti ricerche che, basandosi su questi risultati delle neuroscienze e della psicologia evolutiva, hanno raggiunto effetti positivi con i genitori esitanti e con quelli radicalmente contrari alle vaccinazioni. Accanto a questi risultati ho pensato che fosse utile intrecciare un ampio racconto storico che tentasse di legare la storia della vaccinazione e dei movimenti antivaccinali con un’analisi dettagliata di tutti i principali dubbi che aleggiano sui vaccini. Seppur basato su dati scientifici, il libro ha un approccio storico e narrativo, perché è dedicato ai genitori e a chiunque desideri capire il ruolo dei vaccini nella società contemporanea.