La Stampa TuttoScienze 11.5.16
Una scheggia di grafite retrodata la vita a 4,1 miliardi di anni fa
La scoperta in Australia impone di rivedere anche le teorie sull’origine del Sistema Solare
di Luigi Grassia
Per
quanto ne sapevamo finora, la vita sulla Terra esiste da 3,8 miliardi
di anni. Abbiamo le prove certe di materiale biologico di quell’età e
sembrava impossibile un’origine ancora più antica.
La Luna è stata
bombardata da meteoriti 3,9 miliardi di anni fa (lo sappiamo perché da
allora il satellite è rimasto intatto, a disposizione delle nostre
analisi) e, se questo trauma è successo sulla Luna, dev’essere stata
coinvolta anche la Terra. Quindi 3,9 miliardi di anni fa era tutta una
pioggia di meteore, un inferno di rocce incandescenti, inospitale per la
vita. Ma 100 milioni di anni dopo una Terra più tranquilla ha
cominciato a ospitare i primi organismi viventi.
Tutte le tessere
di questo mosaico sembravano andavano al loro posto. Poi è arrivato a
rovesciare il tavolo un geologo di nome Mark Harrison, dell’Università
della California a Los Angeles. Harrison ha trovato sulle Jack Hills, in
Australia, un frammento di zircone (una pietra molto antica) con un
microscopico inserto di grafite. Questa grafite è stata analizzata e ha
rivelato i caratteri tipici di un microdeposito di origine organica. Ma
lo zircone che avvolge la grafite si è formato 4,1 miliardi di anni fa e
da allora ha fatto da involucro inviolabile a questo inserto biologico,
a cui nessuno ha potuto accedere finché Harrison non ha frantumato la
pietra.
Problema: un deposito biologico si trova dentro una pietra
che si è formata 200 milioni di anni prima del bombardamento
meteoritico e 300 milioni di anni prima delle tracce di vita più antiche
finora conosciute. Come si risolve il rompicapo?
Non lo si può
risolvere in modo facile: qualunque ipotesi si faccia è dirompente
rispetto a quello che credevamo di sapere fino a poco tempo fa.
Una
prima illazione è che la vita sulla Terra sia nata non una, ma due
volte. C’era vita sulla Terra già 4,1 miliardi di anni fa; poi è
arrivato il bombardamento spaziale di 3,9 miliardi di anni fa, che ha
ucciso tutti i microbi; ma, dopo che è finito quel bombardamento, la
vita è nata ex novo 3,8 miliardi di anni fa, senza legame con il
tentativo precedente.
Questo è possibile. Però chi studia il
nostro passato remoto sta elaborando una teoria ancora più
rivoluzionaria, che cambierebbe non solo la ricostruzione sull’origine
della vita, ma anche quella sulla nascita del Sistema Solare.
Il
Sole e i pianeti si sono formati da una nube di polvere e gas 4,6
miliardi di anni fa: l’avvio è stato turbolento, però nel giro di
qualche centinaio di milioni di anni il Sistema Solare si è abbastanza
stabilizzato. Da sottolineare l’avverbio «abbastanza». Perché,
nonostante la progressiva sistemazione delle orbite, ci fu comunque quel
fastidioso bombardamento meteoritico di 3,9 miliardi di anni fa. Gli
astronomi lo considerano strano e infatti non lo chiamano semplicemente
bombardamento, ma «bombardamento tardivo»: perché non sarebbe dovuto
avvenire, in un Sistema Solare che si andava assestando.
Per
spiegare come mai ci sia stato questo bombardamento meteoritico tardivo
gli astronomi hanno elaborato una complicatissima spiegazione ad hoc,
che renderebbe conto anche di molte anomalie sulle orbite attuali dei
pianeti, della fascia degli asteroidi e di quella di Kuiper. Non stiamo a
riassumere questa ricostruzione (battezzata «modello di Nizza» dal
convegno scientifico in cui venne formalizzata), ma basti sapere che per
molto tempo è apparsa solida, oltre a essere perfettamente compatibile
con la nascita della vita sulla Terra, esattamente 3,8 miliardi di anni
fa e non prima.
Ma ora il «modello di Nizza» sta scricchiolando.
Nel 2015 Nathan Kaib dell’Università dell’Oklahoma e John Chambers
dell’Istituto Carnegie lo hanno sottoposto a una simulazione al
computer, da cui è risultato che le probabilità che il modello produca
il Sistema Solare come lo conosciamo sono pressoché nulle. La
simulazione va a in pezzi quasi subito.
Persino il «bombardamento
meteoritico tardivo», che era considerato certo, viene messo in
discussione. David Minton della Purdue University sostiene che non si è
trattato di un macro-evento a livello di Sistema Solare, ma solo di un
fatto locale: 3,9 miliardi di anni fa l’impatto di un asteroide su Marte
avrebbe proiettato nello spazio circostante un certo numero di detriti e
una parte di questi avrebbe colpito la Luna e la Terra. Ma non sarebbe
stato un devastante bombardamento cosmico, solo una pioggia di piccole
rocce, insufficiente, secondo Harrison, a uccidere la vita che lui ha
scoperto già esistente in Australia 4,1 miliardi di anni fa. Commenta:
«Più si sposta indietro la data di origine e più la vita dimostra di
poter nascere ovunque nell’Universo, non appena un pianeta si
solidifica». Lo stesso Harrison ha già scoperto un secondo zircone con
grafite e conta di analizzarlo e di retrodatare la nascita della vita
ancora più vicino ai 4,6 miliardi di anni che ha la nostra Terra.