giovedì 5 maggio 2016

La Stampa 5.5.16
Fa sesso con una 15enne
Il gip archivia: “Lei consenziente”
Il neuropsichiatra che l’ha in cura ha stabilito che ha un deficit cognitivo di tre anni rispetto alla sua età
di Andrea Rossi

Lei è una ragazza di quindici anni, nata in Brasile, cresciuta in un orfanotrofio, adottata con il fratello - di un anno più grande - da una coppia torinese. Lui è un uomo di 45 anni, incensurato, ma assiduo frequentatore di chat e siti di incontri. Lei è fragile, da anni è assistita dai medici della neuropsichiatria infantile, è sottoposta a una terapia farmacologica, seguita dagli assistenti sociali. Eppure, secondo il giudice per le indagini preliminari, ha scelto consapevolmente, «in un contesto di complicità», di avere un rapporto sessuale con un uomo che potrebbe essere suo padre.
Il gip del tribunale di Torino Stefano Vitelli - il giudice che assolse in primo grado Alberto Stasi per il delitto di Garlasco - ha archiviato l’indagine per violenza sessuale ai danni di quest’uomo, arrestato nel marzo dello scorso anno. Poche ore prima aveva atteso sotto casa la ragazza, l’aveva portata a casa sua per un rapporto sessuale, interrotto quando lei è scappata via. «Non sono un maniaco. Lei mi aveva chiesto espressamente di fare sesso. Non era affatto imbarazzata».
Si erano conosciuti su Twoo, una chat per incontri riservata a maggiorenni. Lei aveva mentito, ma non quando avevano cominciato a scambiarsi messaggi, foto e video tramite WhatsApp: ho quasi sedici anni, sono vergine, voglio fare sesso.
Una settimana dopo, eccola in questo appartamento in una zona residenziale verso la periferia Ovest di Torino. Arriva e sembra decisa, se ne va in lacrime chiamando disperata il papà adottivo. Fragile, segnata da un passato feroce. Soffre di forti crisi depressive, a quindici anni è ancora in seconda media, rifiuta di andare a scuola per lunghi periodi. Due volte di lei si è interessato il tribunale dei minori: si era barricata in casa, aveva aggredito il fratello finché la polizia aveva sfondato la porta e l’aveva sedata. Il giudice minorile aveva archiviato tutto considerandola immatura. Il neuropsichiatra che l’ha in cura ha stabilito che ha un deficit cognitivo di tre anni rispetto alla sua età. Ma i periti nominati dalla procura e dal giudice la vedono diversamente: la ragazza non ha alcuna patologia psichiatrica in grado di condizionare le sue capacità di scelta.
Il giudice ne ha tratto le conseguenze e ha archiviato tutto: l’uomo che l’ha portata a casa sua credeva di avere a che fare con una ragazza sessualmente disinibita e consapevole.