La Stampa 3.5.16
Effetto-Papa sui falsari nella capitale
Maxi sequestro di gadget made in Cina
La Finanza trova in un deposito 340 mila oggetti Dall’inizio del Giubileo un milione di tarocchi
di Paolo Festuccia
Il
marchio e gli obiettivi sono sempre gli stessi. E anche se cambiano di
volta in volta i protagonisti restano loro: la Guardia di finanza,
alcune organizzazioni cinesi e addirittura il traffico di gadget
contraffatti con madonnine e immagini sacre. Era accaduto lo scorso
dicembre nel giorno dell’apertura del Giubileo della Misericordia e si è
ripetuto ieri mattina: ancora un maxisequestro e per giunta a due passi
dal colonnato di San Pietro. All’interno di un magazzino la bellezza di
340 mila rosari contraffatti con crocine, portachiavi e immagini di
Papa Francesco in tutte le salse e che saluta in tutte le posizioni.
Una
vera invasione di souvenir «taroccati», dunque, a danno di un’economia
legale che nonostante i flussi turistici, l’evento giubilare stesso, e
la stagione primaverile stenta ancora a decollare. E così, tra il
sequestro di ieri e quello di inizio dicembre scorso i prodotti
confiscati ammontano quasi ad un milione. Per un valore stimato, euro
più euro meno, vicino ai due milioni. Sia nel primo che nel secondo caso
le persone denunciate all’autorità giudiziaria per contraffazione e
ricettazione sono tre tutte di nazionalità cinese. È nelle loro mani
che, in buona sostanza, transiterebbe - stime alla mano - oltre l’80 per
cento dei prodotti «taroccati». Tutto rigorosamente «made in China»:
dai stemmi della Città del vaticano e della Tiara Papale fino
all’effigie del santo Padre: in barba, o meglio in violazione, alla
normativa sul diritto d’autore. Dietro le quinte la solita regia del
commercio illegale ma stavolta a due passi dalla Porta Santa, a pochi
metri dal colonnato di San Pietro. Come dire: vendita e distribuzione
immediata del prodotto.
Un prodotto che a fine anno fattura
milioni di euro e che incide negativamente sulle statistiche di
produzione del fatturato interno. Non a caso, infatti, nei mesi scorsi
proprio l’impatto economico del giubileo era stato anche oggetto di
analisi approfondite da parte della Camera di Commercio di Roma. A
tracciare le linee dell’evento dedicato alla «Misericordia» ci avevano
pensato un pool di professori della Sapienza. Numeri e cifre
contemplavano più scenari con una forbice oscillante per Roma da qui al
2018 di circa 11 miliardi di maggiori entrate sul Pil.
Non male,
anzi molto e comunque al passo con il grande richiamo di Papa Francesco
che tra gli oggetti «taroccati» risulta essere il protagonista
indiscusso: sia in formato foto-tessera che in poster o addirittura
tascabile da portachiavi. Ora stabilire quanto peserà la contraffazione
sull’evento giubilare è complicato; certamente secondo i dati elaborati
dalla Camera di commercio il settore dei servizi avrebbe dovuto essere
quello con una percentuale di crescita maggiore: intorno all’87 per
cento. Un vero boom secondo le statistiche ante-Giubileo con effetti
positivi e di trascinamento sia sulle entrate fiscali romane sia e
soprattutto sul mercato del lavoro. Ma va da sé - commentano ora esperti
del settore - che se «all’interno del commercio si aggregano fattori di
illegalità i dati di crescita stimati rischiano di restano solo numeri
scritti sulla carta senza valore e rispondenza reale».
Insomma,
come le benedizioni truffaldine su pergamena che una stamperia illegale a
due passi da San Pietro voleva piazzare sul mercato. Naturalmente, con
tanto di benedizione papale.