giovedì 26 maggio 2016

La Stampa 26.5.16
Assunzioni dei dirigenti in Viale Mazzini
Ora l’Anticorruzione apre un’istruttoria
Il sottosegretario Giacomelli: “All’azienda manca un vero piano”
di Paolo Festuccia

L’istruttoria è stata aperta. Anche se la comunicazione alle parti non è ancora avvenuta. È un fatto, però, che l’Autorità nazionale anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone abbia avviato un’istruttoria - dopo l’esposto presentato dall’Usigrai - sulle assunzioni di una ventina di dirigenti esterni. Assunzioni che secondo l’esposto del sindacato dei giornalisti violerebbero non solo i termini dell’articolo 3 della legge di riforma della Rai che prevede assunzioni solo a tempo determinato per un tetto massimo del 5% sul totale dei dirigenti, ma anche (anzi soprattutto) alcuni tratti fondamentali delle norme anticorruzione e di trasparenza, che proprio la Rai si è data, circa il reclutamento del personale. Operazione quest’ultima per la quale è necessaria (è «obbligo»così è scritto nel regolamento aziendale), «una ricognizione preliminare della disponibilità di risorse interne adeguate in termini qualititativi e quantitativi a ricoprire la posizione ricercata».
In buona sostanza, ed è qui l’accusa, la televisione di Stato non sarebbe ricorsa al criterio del job posting per selezionare il personale. Un’accusa pesante che qualora trovasse riscontri nelle indagini avviate dall’Autorità anticorruzione potrebbe configurare una serie di reati compreso il danno erariale (non è un caso, infatti, che anche la Corte dei Conti è stata attivata dal medesimo esposto).
L’Anac starebbe lavorando proprio in questo senso: verificare con sollecitudine la fondatezza dell’esposto sindacale. Un esposto che metterebbe nero su bianco le «anomalie» che in questi mesi hanno accompagnato le scelte della direzione generale di viale Mazzini (guidata da Antonio Campo Dall’Orto), che se da un lato ha provveduto a una considerevole «iniezione» di assunzioni, dall’altro ha avviato una massiccia opera di turn-over con dimissioni e avvicendamenti: dal capo del personale Valerio Fiorespino, a quello di Raicom Luigi de Siervo (accordo consensuale), fino al numero uno (e questa è fresca di 48 ore) della direzione immobiliare, Alessandro Zucca. Ora il «boccino» è nelle mani delle legge. Sarà l’Anac, a dover stabilire se la Rai ha adottato condotte corrette o meno. Un verdetto che sarà discusso nel consiglio dell’Anac e poi notificato alle parti.
Di certo, sino ad oggi, le polemiche non sono mancate. Contro le assunzioni esterne hanno tuonato politici di ogni colore e grado. A cominciare dalla Commissione di Vigilanza. Tutti a chiedere come mai il job posting (ovvero la ricerca pubblica di personale interno prima di ricorrere a figure esterne) fosse stato fatto solo per un dirigente (direzione creativa) e non per tutte le altre 17 figure selezionate. Un mistero che ora dovrà dipanare l’Anac e che il deputato del Pd, Michele Anzaldi spiegò così: «Non hanno fatto il job posting perché dentro la Rai così ne avrebbero trovati almeno cento». E ieri il sottosegretario alla comunicazioni Antonello Giacomelli ha chiesto in Vigilanza alla Rai una svolta: «Manca un piano vero».