martedì 24 maggio 2016

La Stampa 24.5.16
Turchia, lo schiaffo di Merkel a Erdogan
“Rispetti la democrazia o niente visti”
La cancelliera a Istanbul: avanti nella gestione dei migranti, ma nessuno sconto Ankara minaccia di far saltare l’accordo: l’Europa applica doppi standard
di Marta Ottaviani

A Istanbul, dove ieri è iniziato il primo World Humanitarian Summit mai organizzato, la scena è stata rubata dall’incontro-scontro fra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente della Repubblica turca, Recep Tayyip Erdogan.
Se il numero uno di Berlino negli ultimi mesi era stata criticata per avere adottato una linea troppo morbida nei confronti di Ankara, ieri sia durante l’incontro, sia nelle dichiarazioni a margine, ha lanciato un messaggio fin troppo chiaro: «Durante il colloquio ho messo in chiaro che in Turchia c’è bisogno di un sistema giudiziario indipendente, media indipendenti e un parlamento forte. E la decisione di rimuovere l’immunità a oltre un quarto del Parlamento è qualcosa che causa profonda preoccupazione. L’ho detto chiaramente al presidente della Repubblica».
La cancelliera ha aggiunto che l’abolizione dei visti turistici per i cittadini turchi, fissata in linea teorica per il prossimo primo luglio, a questo punto slitterà, secondo alcuni quotidiani della Mezzaluna persino al 2017. Uno degli ostacoli principali è la decisione di Ankara di non cambiare la legge antiterrorismo, necessaria, secondo il governo turco, per fronteggiare il rischio terroristico di matrice jihadista e curda che interessa il Paese da mesi.
La Turchia non l’ha presa bene e se ieri mattina il presidente Erdogan ha detto che il Paese non ha ricevuto supporto sufficiente dalla comunità internazionale per fronteggiare la crisi dei rifugiati siriani, a parlare dell’accordo con la Ue ci hanno pensato il neoeletto premier Binali Yildirim e uno degli advisor chiave di Erdogan, Yigit Bulut. Il primo ministro ha chiesto a Bruxelles di rispettare i patti. Molto più secco Bulut: «Continuino pure ad applicare doppi standard e a non mantenere le promesse fatte ai cittadini turchi. Ma dovrebbero sapere che se vanno avanti con questo atteggiamento, la Turchia prenderà decisioni molto radicali molto presto». La minaccia è che Ankara smetta di fermare il flusso dei migranti. Proprio ieri, nelle stesse ore, il «Migration Compact», presentato dall’Italia in aprile che ha come obiettivo una maggiore efficacia delle politiche europee sulle migrazioni, è stato approvato all’unanimità dal Consiglio Affari Esteri dell’Ue. Il piano, come ha spiegato il ministro per gli Affari Esteri italiano, Paolo Gentiloni, prevede fra l’altro «forte sostegno economico ai Paesi di origine e di transito dei migranti irregolari».
Intanto, a Istanbul, il World Humanitarian Summit, nonostante la presenza di 50 capi di Stato, rischia di trasformarsi solo in una passerella politica. Il frutto di questi due giorni, infatti, sarà solo una dichiarazione di intenti e non accordi vincolanti. Un ritorno solo di immagine per la Turchia, che nel fine settimana ha annunciato anche un nuovo piano economico, dove la produzione e l’industria di difesa avranno un ruolo importante.