La Stampa 24.5.16
“Via l’embargo sulle armi in Vietnam”
La svolta storica di Obama dopo 50 anni
di F. Sem.
Barack
Obama mette la parola fine a un altro capitolo della Guerra fredda
cancellando l’embargo sulla vendita di armi imposto dagli Stati Uniti al
Vietnam cinquant’anni fa. Una decisione che sancisce la svolta
«normalizzatrice» voluta dall’amministrazione americana nei confronti di
un «nuovo» alleato e destinata a riscrivere gli equilibri regionali in
Asia. L’annuncio è giunto proprio in occasione della visita di Obama nel
Paese, in una conferenza stampa congiunta col collega Tran Dai Quang.
«In questa fase entrambe le parti hanno stabilito un significativo
livello di fiducia e cooperazione anche sul piano militare - dice Obama
-. Questo non è altro che il riflesso del rispetto reciproco e
l’individuazione di comuni interessi». La rimozione totale dell’embargo
(quella parziale era già avvenuta nel 2014) consentirà al Vietnam di
avere accesso ai materiali «di cui avrà bisogno per difendersi
rimuovendo disposizioni che risalgono alla Guerra fredda, e quindi
fondate su una divisione ideologica» tra i due Paesi. La visita di Obama
ad Hanoi, sulla strada verso il G7 del Giappone - la terza di un
presidente Usa dalla fine della guerra nel 1975 dopo Bill Clinton e
George W. Bush - sono un altro risultato del nuovo corso di
«realpolitik» impresso dall’inquilino della Casa Bianca nelle relazioni
internazionali, assieme alla riapertura dei rapporti con Cuba,
all’accordo nucleare con l’Iran. E all’imminente visita a Hiroshima, la
prima di un «commander-in-chief» americano dallo sganciamento della
bomba atomica nell’agosto 1945. La decisione di Washington trova del
resto una contropartita, oltre che nel rafforzamento della cooperazione
commerciale già sancito con la firma del Trans-Pacific Partnership
(Ttp), nella possibilità da parte americana, offerta da Hanoi, di
tornare a utilizzare la base di Cam Ranh Bay, da dove quarant’anni fa
partivano i B-52 che scaricavano l’«Agent Orange». Sebbene Obama
sottolinei che la fine dell’embargo e la ripresa delle relazioni
militari col Vietnam nulla abbiano a che fare con le mire
espansionistiche cinesi, la presenza americana nella regione
tranquillizzerebbe il Vietnam, preoccupato per le «manovre pericolose»
di Pechino volte al controllo delle isole nel Mar Cinese Meridionale.
Due anni fa la Cina ha inviato una piattaforma petrolifera nelle acque
contese vicino alle isole Paracel, rivendicate da entrambi i governi con
scontri in mare e tensioni interne. La revoca dell’embargo secondo
alcuni osservatori priva l’America dello strumento più efficace su cui
far leva nei confronti del Vietnam in merito al rispetto di diritti
umani, libertà di parola e trattamento dei dissidenti. Da anni la Casa
Bianca, ma anche gran parte dell’Occidente e della società civile,
chiede al governo vietnamita di consentire una maggiore libertà di
parola e di rilasciare i prigionieri politici. Per questo, com’è
accaduto per Cuba, Obama ha assicurato che durante la visita incontrerà
alcuni dissidenti e affronterà il nodo dei diritti umani sia negli
interventi pubblici sia nei colloqui riservati con la leadership del
Paese.
[f. sem.]