La Stampa 24.5.16
Il premier,la ministra e le spaccature da ricucire
di Marcello Sorgi
Renzi
ha chiuso ieri la polemica sui «veri partigiani» con una correzione non
di poco conto. Se la ministra Boschi domenica a «In mezz’ora» aveva
citato Germano Nicolini, il comandante «Diavolo», 97 anni, schierato con
il «Sì» in polemica con la decisione dell’Anpi di scegliere il «No», il
premier ha chiarito che entrambe le posizioni sono legittime, e che ci
saranno «veri partigiani» schierati da una parte e dall’altra.
L’aggettivo «veri», rispetto al quale la stessa Boschi in serata aveva
tentato un chiarimento, si riferiva al fatto che di ex-combattenti della
guerra di Liberazione in vita ne sono ormai rimasti pochi, mentre
l’associazione fondata in loro nome ha molti iscritti giovani che si
riconoscono nei loro valori e che hanno pesato nella scelta del «No».
La
precisazione di Renzi, oltre a quello di svelenire il clima, ha un
altro obiettivo: come già per il voto sulle trivelle, che vide in aperto
dissenso sindaci e candidati sindaci del Pd, il referendum
costituzionale tende a dividere tutte le formazioni politiche, e in
particolare il centrosinistra. Approfondire queste spaccature mentre si
avvicina il voto per i comuni rischia di danneggiare gli aspiranti primi
cittadini in corsa, nonché le liste che li sostengono. Non a caso ad
alzarsi per contrastare le affermazioni di Boschi è stato il leader
della minoranza Bersani, preoccupato delle reazioni in termini di
astensione nella sua Emilia, dove più forti sono le resistenze al nuovo
corso.
Giorno dopo giorno, nel fronte del «No» che si va
allargando, emerge anche la motivazione del voto anti-Renzi di parte
della sinistra, interna ed esterna al Pd. Una ragione di più, per il
presidente del Consiglio e i suoi collaboratori, per adoperare gli
strumenti della convinzione piuttosto che le armi della polemica. Senza
nulla togliere alle prese di posizione delle varie associazioni e
categorie, infatti, Renzi ha tutto da guadagnare a riconoscere la
libertà del dissenso: che se è legittimo rispetto al «No» e all’interno
dell’Anpi, quando a manifestarlo è una figura prestigiosa come il
comandante «Diavolo», dev’esser tale anche per ciò che riguarda il Pd o
altre forze politiche.
Una conferma, seppure indiretta, di tutto
ciò, sono state le reazioni alla proposta della Meloni di intitolare una
strada a Roma ad Almirante: anche in quel caso la proposta rischia di
essere respinta dagli elettori antifascisti di centrodestra, che non
sono pochi. Di qui le reazioni più avvertite di La Russa e Gasparri,
preoccupati, anche in questo caso, di conseguenze impreviste.