La Stampa 21.5.2016
Ma gli “eredi” già si dividono tra i quarantenni filo-Bonino e la vecchia guardia pannelliana
Sede ipotecata, licenziati gli ultimi dipendenti
Fondazione.
La vera cassaforte è l’associazione «lista Marco Pannella» che
controlla la «Torre Argentina Spa» (titolare della sede) e la radio
Giuseppe Alberto Falci
Ci
sono due eredità di Marco Pannella, quella politica e quella economica.
E gli eredi sono fin troppi. Da quando le condizioni del leader
radicale si sono aggravate, al terzo piano di via di Torre Argentina ci
si interroga sul destino delle due creature più care a Pannella, il
partito e la radio. Dal 1998 le varie incarnazioni delle liste radicali
si sono cristallizzate nel «Partito Radicale Non violento
Transnazionale». I soggetti costituenti sono cinque: i Radicali
Italiani, l’associazione Luca Coscioni, Non c’è pace senza giustizia,
Nessuno tocchi Caino, e infine l’esperantista “Era”. Il segretario
dell’organizzazione è Demba Traorè, avvocato del Mali, esperto di Kung
fu, di cui si sono perse le tracce dal 2011. Ecco perché il Prntt non fa
un congresso da quella data. Le associazioni di cui sopra non ricevono
più un soldo perché il partito transnazionale non eroga finanziamenti.
Poi
c’è la vera cassaforte dei radicali, l’associazione politica “lista
Marco Pannella” che controlla la “Torre Argentina Spa” (titolare della
sede del partito) e il “Centro di produzione Spa” di Radio Radicale.
Un’associazione, che di fatto - spiega un alto dirigente - «è una
fondazione», ed è composta da Maurizio Turco, Rita Bernardini, Aurelio
Candido e Laura Arconti. L’associazione ha sempre chiuso i bilanci in
pareggio. La sede del partito, tuttavia, è sotto ipoteca. Negli ultimi
mesi si è consumato uno strappo. I giovani del partito, che fanno
riferimento ad Emma Bonino avrebbero chiesto di gestire insieme la
cassaforte. Dall’altra parte Turco e i suoi, ovvero la vecchia guardia
di «pannelliani», hanno sbarrato la porta. «Una cosa è Emma, è un’altra
sono i suoi seguaci», sbottò chi si oppose. Del resto Bonino si è via
via allontanata da Torre Argentina. E pur mantenendo un legame
sentimentale, ha preso le distanze, non ha più preso parte alle campagne
radicali. I numeri degli iscritti al partito quest’anno sono molto
bassi. A oggi i radicali possono vantare infatti 650 iscritti, con una
previsione di raggiungere gli 850 entro la fine dell’anno contro i circa
900 del 2015. Un numero esiguo, motivato anche dal costo del
tesseramento. L’iscrizione al partito radicale ammonta a 200 euro, una
cifra non popolare. Tra tessere e donazioni i ricavi si aggirano attorno
ai 250 mila euro. Una cifra non sufficiente a mantenere la struttura,
al punto da aver costretto il tesoriere Turco a licenziare gli ultimi 16
dipendenti. Oggi le uniche fonti di sostentamento della “galassia” sono
il 5 per mille dell’Associazione Coscioni e la radio. Il destino di
quest’ultima, che riceve ogni due anni una convenzione dallo Stato pari a
9 milioni di euro, è appeso alla scadenza di ottobre. Cosa succederà? E
soprattutto chi si prenderà l’eredità di Pannella? «Non esiste un altro
Marco», allargano le braccia a Torre Argentina, «se non cesserà la
deriva libica e se non si metteranno da parte sentimenti e risentimenti
rischiamo di fare la fine della Dc di Pino Pizza».