venerdì 20 maggio 2016

La Stampa 20.5.16
Quanto pesano assenze e presenze del premier
di Marcello Sorgi

Nell’ultimo giro di sondaggi che possono essere resi pubblici (le rilevazioni continueranno anche dopo, ma per legge dovranno essere tenute segrete) i candidati di Renzi conquistano posizioni. In particolare a Milano, dove Sala risulterebbe avanti rispetto a Parisi, e a Roma, dove Giachetti entrerebbe in ballottaggio - ma a discapito di Meloni e Marchini - con la 5 stelle Raggi, che tuttavia resterebbe favorita con molti punti di vantaggio, non risentendo particolarmente delle ultime vicende grilline, tra sospensione del sindaco di Parma Pizzarotti e salvataggio di quello di Livorno Nogarin.
Pur trattandosi di rilevazioni approssimative, vista la percentuale ancora alta di astenuti e indecisi, si può almeno ragionare sulle tendenze. L’assenza (o la selezionata e parziale) presenza di Renzi nella campagna pesa: non a caso a Milano, dove la candidatura Sala ha incontrato più difficoltà del previsto e il premier si è risolto a impegnarsi più di quanto avrebbe voluto, i risultati si vedono, e senza nulla togliere alle qualità dell’uomo dell’Expo, l’aiuto o l’aiutino è servito.
A questo punto Renzi dovrà meditare se fare la stessa cosa nella Capitale, da cui s’è tenuto lontano, puntando semmai sui risultati dell’azione di governo e sulla prospettiva, percepita e usata come argomento di contro propaganda dagli avversari, che il governo potrà essere più di supporto a Giachetti dopo, se diventerà sindaco, che non prima, quando potrebbe sollevare reazioni non ancora sopite nella parte più radicale dell’elettorato di sinistra, per la cruenta conclusione dell’esperienza Marino. Giachetti ha condotto fin qui una campagna autonoma dal governo e dalle prese di posizione nazionali di Renzi, a cominciare dal referendum sulle trivelle, per cui è andato a votare, e dell’inizio, parallelo alla corsa per le città, dell’altra campagna per il referendum costituzionale di ottobre, che trova resistenze nella minoranza del Pd e del quale il candidato al Campidoglio s’è guardato bene dal parlare.
Infine, mentre Marchini non sembra aver beneficiato gran che della tardiva scelta di Berlusconi in suo favore, la partita nelle due maggiori città vede Renzi alle prese con i suoi due più recenti e tenaci avversari: Salvini e Grillo. Divisi oggi, e proiettati sugli orizzonti separati delle due maggiori città in cui si vota, e domani chissà, magari alleati nel voto referendario su cui il premier si gioca tutto. Da questo punto di vista la battaglia frontale che Renzi negli ultimi tempi ha voluto contro Lega e Movimento 5 stelle è carica di rischi, ma qualche frutto lo ha dato.