martedì 17 maggio 2016

La Stampa 17.5.16
Roma, riammesso Fassina
Si complica la corsa di Giachetti
Il Consiglio di Stato dà via libera a Sinistra italiana I giudici salvano anche la lista di Fratelli d’Italia a Milano
di Grazia Longo

Colpo di scena alle amministrative della capitale. La terza sezione del Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di Stefano Fassina contro la sentenza con la quale il Tar del Lazio aveva escluso la lista «Sinistra per Roma-Fassina Sindaco» a suo sostegno dalle prossime elezioni amministrative per il Comune di Roma. E ora si complica la corsa per il renziano Roberto Giachetti, che sperava di ereditare buona parte dei voti di Si (accreditata a Roma del 6-8 per cento).
Fassina esprime grande soddisfazione per la sentenza del Consiglio di Stato. «Finalmente - dichiara a caldo ieri sera - si potrà dare voce ai tanti elettori che non si sentono rappresentati dagli altri candidati». Secondo Fassina, «Roma ha bisogno di essere amministrata da una giunta di sinistra. Di una sinistra vera, che senza la nostra presenza non sarebbe stata in alcun modo rappresentata». Annuncia inoltre che «già domani (oggi per chi legge, ndr) incontrerò tutti i candidati e faremo il punto della situazione. Potremo continuare la nostra campagna elettorale, che comunque non avevamo mai sospeso nonostante l’estromissione delle liste».
Il Consiglio di Stato - si legge in una nota - ha ritenuto illegittima l’esclusione dalle elezioni della lista «Sinistra per Roma-Fassina sindaco», «perché nessuna disposizione di legge prevede, per la materia elettorale, la nullità di tali autentiche quando siano prive di data, purché risulti certo che l’autenticazione sia stata effettuata nel termine previsto dalla legge».
I giudici di Palazzo Spada hanno, inoltre, «riformato la sentenza del Tar Milano e hanno accolto l’appello proposto dalla lista Fratelli d’Italia», che era stata esclusa dalla competizione elettorale per l’elezione del Consiglio comunale di Milano per la mancata presentazione delle dichiarazioni di assenza delle cause di incandidabilità. Tale esclusione è stata ritenuta illegittima in quanto «è risultato che tali dichiarazioni fossero state depositate, complete in tutti i loro elementi, il giorno successivo, e che il ritardo fosse addebitabile ad un comportamento tenuto dalla stessa amministrazione». Il Consiglio di Stato ha sottolineato, anche in questo caso, «l’importanza del principio democratico della massima partecipazione alle consultazioni elettorali nei casi in cui le liste siano in possesso di tutti i requisiti sostanziali e formali essenziali previsti dalla legge».
«È una sentenza molto importante che supera un orientamento consolidato sposando in pieno le nostre tesi». Questo il commento dell’avvocato Carlo Contaldi la Grotteria che, insieme con i colleghi Pietro Adami, Arturo Salerni e Paolo Pittori ha sostenuto le argomentazioni della lista di Stefano Fassina davanti al Consiglio di Stato. «È una sentenza che andrà esaminata con calma - ha aggiunto l’amministrativista - ma già in questo momento si può dire che è una sentenza molto importante della quale siamo soddisfatti».