domenica 15 maggio 2016

La Stampa 15.5.16
Adonis è il nome letterario del poeta siriano Ali Ahmad Said Esber (86 anni)
Il poeta siriano: “Nella società islamica
la riscossa arriverà dalle donne”
di Emanuela Minucci

«Se l’uomo non verrà liberato dalla donna non sarà mai libero. Secondo il misticismo il fondamento dell’universo, la base dell’esistenza è la femminilità. Nella cultura pre-islamica le prime, tre grandi divinità erano donne: per cui io credo che la libertà arriverà dalla donna o non arriverà affatto».
Sono applausi di speranza e ammirazione quelli che hanno ripetutamente scosso la Sala Azzurra del Salone del Libro di Torino mentre parlava Adonis, poeta siriano considerato l’autore più significativo della lirica araba. A intervistarlo sul suo ultimo libro Violenza e Islam edito da Guanda, è il direttore de La Stampa Maurizio Molinari che ha parlato del messaggio del Corano, del fallimento delle primavere arabe, delle derive dell’Islam radicale. Partendo dal fatto che «attualmente c’è una profonda differenza fra ciò che è sciita e ciò che è wahabita», Adonis ha raccontato la terza via: la rivoluzione silenziosa del misticismo respinta con sdegno dai rigoristi. Quindi Molinari ha chiesto ad Adonis «quale ruolo possono avere i musulmani che vivono in Occidente per fermare la violenza e il terrorismo». Il poeta ha risposto che forse si deve «ripensare la situazione dei musulmani in Europa: vanno integrati , bisogna che la moschea non diventi un centro culturale, ma assuma solo un ruolo religioso, quello che è culturale esiste già nella società». E ancora: «Poi bisogna che l’Europa riveda la politica dell’accoglienza. I colonizzatori dovrebbero avere un debito etico». Come sarà l’Islam fra vent’anni? Secondo Adonis, «l’Islam è un potere e una legge». Ma spiega: «Personalmente non credo né al potere né alla legge che sostiene il potere». «L’Islam come creazione è finita: è solo una forza economica e dispone di uno spazio di potere».