lunedì 16 maggio 2016

La Stampa 14.5.16
Antonello Venditti
«Se i romani sono coraggiosi scelgono Virginia. Pd invischiato»
intervista di Elena Masuelli

«Questo è il tempo dell’Italia toscanizzata, dei patti del Nazareno, del partito della nazione, di Renzi e Verdini. Roma è scivolata in subordine. Il problema non è tanto riconoscersi nell’uno o nell’altro. Il problema è la caduta dei riferimenti. Per la mia generazione c’è stato Berlinguer. Ma oggi dove sono finiti i Padri?». Antonello Venditti parla anche della corsa a sindaco della sua città, nel libro «Nella notte di Roma» (Rizzoli), in cui ne individua sette vizi capitali, non biblici, ma peculiari, antichi o di nuova generazione.
Roma è pronta per le elezioni?
«No, assolutamente. Non ci sono le condizioni. Non c’è chiarezza, non c’è trasparenza. Io avrei sciolto il Comune per Mafia Capitale, ma c’è stata paura di farlo. Così si va avanti non preparati, ci sono coalizioni raffazzonate, gruppi politici che non sono capaci di presentare le proprie liste in maniera legale. E il transfuga del Pd che nemmeno si presenta».
Di che cosa ha bisogno la città?
«C’è una mentalità che si è impadronita di noi romani, si è incancrenita e per debellarla ci vogliono senso civico e tempo. A me piacerebbe fare il sindaco perché non ragiono in termini politici ma in termini civici. L’unico primo cittadino che ha fatto grandi cose per è stato Petroselli. È morto sul lavoro, lavorava 24 ore su 24 per la sua città. Ed è quello che deve fare un sindaco: deve stare nelle strade e girare a Roma ogni giorno, non stare chiuso in Campidoglio».
Ha votato alle primarie del Pd?
«Erano primarie taroccate e non credibili quelle del cosiddetto Pd. No, non sono andato. Votare per chi, votare perché? Non voglio essere usato per legittimare qualcosa che trovo illegittimo».
Anche il 5 giugno resterà a casa?
«No. Andrò sicuramente alle urne, è uno dei pochi atti democratici che ci restano, ma questa volta non dichiaro per chi voterò. Però dico che se saranno coraggiosi i romani sceglieranno Virginia Raggi. Oggi l’unico partito che forse non si è ancora invischiato nell’orgia politica è il Movimento Cinque Stelle. Ma questo non vuol dire che io voglia aderire al Movimento».