La Stampa 14.5.16
Antonello Venditti
«Se i romani sono coraggiosi scelgono Virginia. Pd invischiato»
intervista di Elena Masuelli
«Questo
è il tempo dell’Italia toscanizzata, dei patti del Nazareno, del
partito della nazione, di Renzi e Verdini. Roma è scivolata in
subordine. Il problema non è tanto riconoscersi nell’uno o nell’altro.
Il problema è la caduta dei riferimenti. Per la mia generazione c’è
stato Berlinguer. Ma oggi dove sono finiti i Padri?». Antonello Venditti
parla anche della corsa a sindaco della sua città, nel libro «Nella
notte di Roma» (Rizzoli), in cui ne individua sette vizi capitali, non
biblici, ma peculiari, antichi o di nuova generazione.
Roma è pronta per le elezioni?
«No,
assolutamente. Non ci sono le condizioni. Non c’è chiarezza, non c’è
trasparenza. Io avrei sciolto il Comune per Mafia Capitale, ma c’è stata
paura di farlo. Così si va avanti non preparati, ci sono coalizioni
raffazzonate, gruppi politici che non sono capaci di presentare le
proprie liste in maniera legale. E il transfuga del Pd che nemmeno si
presenta».
Di che cosa ha bisogno la città?
«C’è una
mentalità che si è impadronita di noi romani, si è incancrenita e per
debellarla ci vogliono senso civico e tempo. A me piacerebbe fare il
sindaco perché non ragiono in termini politici ma in termini civici.
L’unico primo cittadino che ha fatto grandi cose per è stato Petroselli.
È morto sul lavoro, lavorava 24 ore su 24 per la sua città. Ed è quello
che deve fare un sindaco: deve stare nelle strade e girare a Roma ogni
giorno, non stare chiuso in Campidoglio».
Ha votato alle primarie del Pd?
«Erano
primarie taroccate e non credibili quelle del cosiddetto Pd. No, non
sono andato. Votare per chi, votare perché? Non voglio essere usato per
legittimare qualcosa che trovo illegittimo».
Anche il 5 giugno resterà a casa?
«No.
Andrò sicuramente alle urne, è uno dei pochi atti democratici che ci
restano, ma questa volta non dichiaro per chi voterò. Però dico che se
saranno coraggiosi i romani sceglieranno Virginia Raggi. Oggi l’unico
partito che forse non si è ancora invischiato nell’orgia politica è il
Movimento Cinque Stelle. Ma questo non vuol dire che io voglia aderire
al Movimento».