sabato 28 maggio 2016

Il Sole 28.5.16
Amministrative. Mercoledì a Roma per il candidato dem - Il M5S: «Scandaloso, deve svolgere il suo ruolo in maniera imparziale»
Il premier con Giachetti a fine campagna, Raggi attacca
di Manuela Perrone

ROMA Il premier segretario Matteo Renzi scende in campo a fianco dei candidati del Pd alle amministrative del 5 giugno e scoppia l’ennesimo scontro con i Cinque Stelle, che a Roma con Virginia Raggi si giocano la possibilità di andare al ballottaggio e di vincerlo. Una partita che per i grillini vale moltissimo, considerata com’è la prova generale dello scenario che potrebbe delinearsi a livello nazionale alle prossime politiche.
Sono i candidati dem ad annunciare la maratona di Renzi per la prossima settimana: lunedì sarà a Torino con Piero Fassino, martedì a Milano con Giuseppe Sala e mercoledì a Roma per il gran finale con Roberto Giachetti (che chiuderà il 3 con un “viaggio” in dieci municipi). Il “timbro” più prezioso su una campagna che ha stentato a decollare, complice la battaglia per il referendum di ottobre che ha oscurato i temi locali, ma anche lo stop alle voci che volevano Renzi defilato.
«È scandaloso», reagisce Raggi che continua ad attaccare il Pd anche per l’alleanza con i verdiniani. «Il premier non sta facendo il premier. Deve svolgere quel ruolo in maniera imparziale, perché lo ha giurato sulla Costituzione». «Il premier è anche segretario del Pd», replica Giachetti. «Pensasse quel che vuole, lo decideranno i romani se è scandaloso o meno». A dargli manforte renziani come il deputato Ernesto Carbone, che affonda, alludendo al ruolo della Casaleggio Associati: «Unico scandalo è una candidata teleguidata da Milano».
Le scintille tra Pd e M5S dominano la scena romana, e non solo. I pentastellati ieri hanno celebrato al Senato il Restitution Day: circa 16,5 milioni di euro raccolti grazie al taglio degli stipendi dei parlamentari e destinati a un Fondo per il microcredito che ha già finanziato 1.800 piccole e medie imprese. È stato Luigi Di Maio, che studia da futuro premier, a pungolare: «Se si tagliassero gli stipendi di tutti i parlamentari si risparmierebbero 300 milioni, quattro volte tanto i risparmi della riforma costituzionale di Renzi. Gli chiedo di chiedere alla sua maggioranza di fare come noi». Ma anche i grillini hanno le loro spine: la possibilità che Beppe Grillo non partecipi alla chiusura della campagna a Roma, il 3 giugno (per motivi familiari, sostengono fonti parlamentari). E il riacutizzarsi delle tensioni con il sindaco di Parma Federico Pizzarotti.
Intanto a Napoli - dove ieri Silvio Berlusconi ha affiancato il candidato di Fi Gianni Lettieri in una manifestazione - il sindaco uscente Luigi De Magistris spalanca la porta ai pentastellati, nonostante le chiusure del candidato M5S Matteo Brambilla e di Roberto Fico: «Noi abbiamo bisogno del sostegno, del contributo, del pungolo critico di quel movimento a cui guardo con rispetto e con cui mi piacerebbe governare insieme per i prossimi anni». Guarda già al ballottaggio, De Magistris, sapendo che l’elettorato grillino potrebbe tornargli utile.