Il Sole 22.5.16
Ritrovare il senso della bellezza
Il ministro Franceschini e il cardinale Ravasi sul valore della cultura
di Antonello Cherchi
«L’arte
non rappresenta ciò che è visibile, ma l’invisibile», aveva detto il
pittore Paul Klee. Per farlo non basta, dunque, la vista. Come ha
suggerito il pilota-scrittore Antoine de Saint-Exupéry al suo Piccolo
principe, «non si vede che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli
occhi». A ricordarlo sono stati ieri nel corso di un confronto il
cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della
cultura, e il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. Il primo
ha citato Klee, il secondo il Piccolo principe per sottolineare il
valore della bellezza, capace di andare oltre le apparenze per cogliere i
significati più profondi dell’essere. Ecco perché «arte e fede sono
sorelle: non servono a nulla ha aggiunto Ravasi prendendo a prestito le
parole di Henry Miller, scrittore non certo contiguo alla religione
tranne che a mostrare il senso della vita».
E l’Italia di bellezza
è circondata, tanto da averla scritta nella Costituzione, con
l’articolo 9 che tutela il patrimonio storico-artistico e il paesaggio.
«Dobbiamo esserne orgogliosi ha commentato il ministro soprattutto in un
momento in cui il terrorismo internazionale distrugge i monumenti,
attacca la bellezza come valore che unisce». Atti condannati dalla Ue ha
ricordato Silvia Costa, componente della commissione Cultura del
Parlamento europeo come crimini contro l’umanità.
«Ho però
l’impressione ha continuato Franceschini che molti di noi le bellezze
non le notino più. Non abbiamo gli occhi stupiti dei turisti stranieri
in visita al nostro Paese».
Bisogna, allora, riavvicinarsi al
bello, non solo per il suo portato estetico, ma anche per il suo valore
etico. La parola “bello” ha spiegato Ravasi è una crasi tardo-medioevale
di “bonicellus”, che significa “buono, gradevole”. Alla base del
vocabolo c’è, dunque, anche la radice “buono”. In una periferia urbana
fatta di brutti palazzi, con poco verde e spazi degradati, è più
difficile acquisire il senso del bello e del buono che ci riserva la
vita. A riprova che ha aggiunto il cardinale nella bellezza è «rilevante
, insieme a quella estetica, anche la dimensione etico-sociale».
Questo
non significa porre attenzione solo a ciò che già è conclamato come
bello. Tutt’altro. Bisogna vedere la bellezza anche dove sembra non ce
ne sia, andare oltre le apparenze. Significa ha affermato Franceschini
riqualificare gli spazi abbandonati, le periferie urbane, gli ambienti
dove apparentemente c’è solo bruttezza. Trasformare i luoghi di
emarginazione in spazi di vita, recuperarli alla bellezza.
Così
come Andrea Gandini, giovane artista intagliatore (che ha portato la
propria testimonianza insieme a quelle di Carla Fracci e Monica
Guerritore) ridà bellezza agli alberi spezzati ai lati delle strade.
«Non
dimentichiamo, però, che esiste il brutto che è tale: dobbiamo avere il
coraggio ha raccomandato il cardinale di dire che siamo assaliti dalla
bruttura e dalla bruttezza». È, però, anche vero che il bello «non è
levigatezza, ma la capacità di capire il trascendente, è un
pellegrinaggio nel sottosuolo. Il vero bello è anche redenzione dal
male, liberazione, trasfigurazione. In questo senso si può fare
un’apologia della bruttezza».
Dunque, avvicinare sempre di più le
persone alla bellezza che ci circonda l’ingresso gratuito nei musei la
prima domenica del mese e l’agevolazione fiscale dell’Art bonus vanno,
ha spiegato Franceschini , in questo senso e svelare la bellezza dove
pare non ci sia. Insomma: “La bellezza salverà il mondo. Salviamo la
bellezza”, come recitava il tema del confronto tra Franceschini e Ravasi
che ha avuto come palcoscenico la chiesa di Santo Stefano degli
Abissini in Vaticano. Scambio di idee reso possibile dall’impegno di
Earth Day Italia (onlus internazionale dedita alla formazione di una
coscienza ambientale) e Urban Vision, azienda di fundraising finalizzato
al recupero del patrimonio culturale.
L’evento era inserito nella
giornata dedicata al pellegrinaggio dei volontari di CasAmica
(l’organizzazione che si occupa dell’ospitalità di pazienti e familiari
lontani da casa), arrivati in Vaticano insieme al ministro Franceschini
con un treno storico degli anni Venti partito dalla stazione Termini e
messo a disposizione dalla Fondazione Ferrovie dello Stato.
In
questo duplice impegno di valorizzazione e svelamento della bellezza è
importante il ruolo dei privati, in grado di dare una mano allo Stato
per ha affermato Gianluca De Marchi di Urban Vision fare tesoro del
patrimonio storico e naturale. Fondamentale è stato, ha ricordato
Massimo Osanna, soprintendente di Pompei, Ercolano e Stabia, il
contributo della Fondazione Hewlett Packard per salvare Ercolano. E
anche a Pompei si è avviata un’azione di crowdfunding. È quella che
Ravasi ha definito «la funzione alta» del mecenatismo, parola che ha
sottolineato solo noi possediamo.