Il Sole 21.5.16
Ma l’economia di Taipei ha bisogno della Cina
di Rita Fatiguso
Lo schiaffo di Tsai Ing-wen ha lasciato tracce ben visibili sul volto delle massime autorità cinesi.
La
prima presidente dal 1949, da quando Taiwan ha accolto i nazionalisti
del Kuomintang rifugiatisi nell’isola tallonati dai comunisti di Mao
Zedong, non ha ottemperato alle aspettative di Pechino che considera
irrinunciabile il principio del consensus del 1992, l’unico in grado di
suggellare l’unità della Cina.
Dopo la feroce dittatura negli anni
Ottanta, a Taiwan è arrivata la democrazia, così la donna che ha
inflitto una pesantissima sconfitta al Partito Kuomintang al potere
negli ultimi otto anni grazie al riavvicinamento con Pechino, ha deciso,
invece, di far di testa sua.
L’ira di Pechino lascerà segni
profondi, un segnale immediato ieri è la stretta alle comunicazioni, di
Tsai si trovavano notizie solo datate 24 ore prima, i firewall erano al
massimo dell’intensità, il disgelo delle relazioni con Pechino è
archiviato, dopo aver raggiunto il top in novembre con il primo Summit
congiunto dalla separazione tra la Cina continentale e l’Isola di
Taiwan. Come pure la storica stretta di mano a Singapore tra il
presidente uscente Ma, accusato di essere troppo filocinese,
e il presidente cinese Xi Jinping.
La
presidenza di Tsai Ing-wen ha rimescolato le carte, la laureata alla
London School of Economics, ex ministro per gli Affari continentali da
2000 al2004, ieri ha osato l’inosabile.
Sulle sue spalle ha il
peso dei 4 milioni e passa di turisti cinesi (il 40% del totale e la
metà degli incassi) nel 2015, contro i 5 e mezzo taiwanesi che hanno
visitato Mainland China. Un interscambio tra Cina e Taiwan di 188,56
miliardi di dollari che fa di Taiwan il settimo trading partner e il
sesto Paese di import. L’anno scorso 1,54 miliardi di dollari di
investimenti sono stati effettuati da Taiwan per progetti in Cina, il
totale dell’interscambio tra le due sponde dello Stretto è stato di
62,69 miliardi di dollari.
Da oggi in poi del futuro di tutto
questo (e molto altro) proprio mentre Taiwan è nel bel mezzo di una
stagnazione economica e avrebbe bisogno di mantenere almeno rapporti
normali, nulla si può prevedere.