mercoledì 18 maggio 2016

Il Sole 18.5.16
Due offerte opposte ma non sul debito
di Laura Galvagni

Se si mette a confronto l’offerta promossa da Urbano Cairo su Rcs con quella avanzata dalla cordata di Andrea Bonomi c’è un unico aspetto che rende perfettamente coincidenti le due proposte: il capitolo debito. La newco ha condizionato il buon esito dell’Opa alle stesse premesse messe nero su bianco dall’editore piemontese. Di fatto il consorzio ha chiesto alle banche creditrici una sorta di moratoria sull’esposizione fino al 2017. Esattamente ciò che Cairo ha sollecitato l’aprile scorso nella propria Ops. Bonomi, dunque, per quanto avezzo alle offerte cash, che hanno normalmente un profilo di rischio più elevato di un concambio carta contro carta, ha scelto di non alzare la posta sul fronte debito. Alcuni osservatori hanno definito “curiosa” tale scelta. Ma quale potrebbe essere la ragione? Di certo può aver inciso la volontà di non disallinearsi rispetto al competitor su una questione assai delicata e che ha tenuto banco nelle ultime settimane. Basti ricordare che lo stesso cda di Rcs biasimò l’editore de La7 per aver inserito nella propria offerta quel passaggio sul debito poiché lo reputava una interferenza nella complessa trattativa per la ristrutturazione dell’esposizione che il management stava conducendo con le banche creditrici.
Quel negoziato proprio recentemente ha dato i suoi frutti con risultati che, stando alle dichiarazioni in conference call con gli analisti dell’amministratore delegato Laura Cioli, sono andati oltre le più rosee previsioni di Cairo e del suo advisor, Banca Imi. La Cioli, l’11 maggio scorso, ossia quattro giorni prima dell’Opa targata Investindustrial, ha infatti dichiarato che il term sheet prevede una proroga della scadenza a fine 2019 e il rimborso totale della linea 'bridge to disposal' di 71,6 milioni utilizzando parte del ricavato della vendita di Rcs Libri. L’accordo ha già superato il vaglio di due delle banche creditrici, mancano all’appello le altre quattro che dovrebbero però portare in consiglio il term sheet entro fine mese. Come è noto serve il via libera di tutti gli istituti, sarà indispensabile l’unanimità piena perchè l’accordo abbia il definitivo via libera. Il principale creditore è Intesa Sanpaolo che è esposta per 162,4 milioni ma anche Mediobanca (già socia di Rcs, advisor dell’Opa e azionista della newco) attende il rimborso di 17,6 milioni. Difficile immaginare che ci saranno intoppi, assai probabile, piuttosto, che entro fine maggio Rcs avrà finalmente ristrutturato il proprio debito. Ecco perché, forse, la cordata capitanata da Investindustrial e che ha tra i propri soci la già citata Mediobanca, UnipolSai, Pirelli e Diego Della Valle (tutti già presenti in Rcs), deve infine aver deciso, sebbene fortemente impegnata sul fronte equity, di non alzare la posta sul debito. L’idea della cordata, completamente divergente dal progetto di Cairo, sembra essere quella di voler preservare lo status quo, inteso come percorso di ristrutturazione già avviato dal nuovo management, al più alimentando quanto di buono è previsto nel piano industriale. E poi, non va dimenticato l’impegno di Investindustrial e soci a supportare la società con un aumento di capitale da 150 milioni di euro che, sebbene destinato allo sviluppo dell’azienda, per le banche è certamente una garanzia aggiuntiva sul fronte patrimoniale.