venerdì 13 maggio 2016

Il Sole 13.5.16
Unioni e riforma costituzionale: due referendum e la Chiesa che non rema contro
di Lina Palmerini

C’è chi, nel mondo cattolico, vorrebbe legare il via libera sulle unioni civili al “no” sul referendum costituzionale e creare un fronte contro Renzi, come prometteva Gandolfini del Family day ma che ieri è stato spiazzato da un fatto nuovo. Che Civiltà cattolica, la rivista dei gesuiti (da cui proviene il Papa), ha pubblicato una lunga e argomentata analisi a sostegno della riforma auspicando che il referendum passi. E c’è anche chi tra i partiti, nel variegato fronte del centro-destra, sta già organizzando una mobilitazione su un altro referendum: quello per abrogare la legge Cirinnà e che, sempre ieri, è stato gelato dall’editoriale in prima pagina dell’Avvenire che prende le distanze sia da un referendum abrogativo, sia dall’obiezione di coscienza incoraggiata da Salvini.
Insomma, al di là di quello che diceva Renzi da Bruno Vespa - «ho giurato sulla Costituzione, non sul Vangelo e sapevo di avere contro una parte della gerarchia e del mondo cattolico» – nella giornata di ieri è emersa con molta chiarezza e visibilità una Chiesa che non rema contro sui due fronti politici più caldi. E che non dà sponde a chi vuole organizzare campagne contro il Governo a causa dell’approvazione della Cirinnà come invece si era impegnato a fare Gandolfini subito dopo il sì della Camera affiancando anche l’iniziativa dei partiti di destra sul referendum abrogativo. Iniziativa ufficializzata ieri da Fratelli d’Italia, Lega e partito di Berlusconi, con una singolarità: che il Cavaliere è contrario.
In sostanza, se nelle ore successive all’approvazione delle unioni civili è apparsa una porzione del mondo cattolico, ieri con l’editoriale sull’Avvenire (giornale della Cei) e l’analisi su Civiltà cattolica, si è avuta un’immagine più completa della Chiesa. E si è visto che c’è invece una larga parte di quel mondo che sta cercando una sintonia diversa con la società, meno dogmatica e più consapevole dei cambiamenti sociali, più razionale e responsabile sui temi politici di quanto non lo siano alcuni suoi esponenti. E così, oltre la lettura dell’editoriale dell’Avvenire che prende le distanze dal referendum abrogativo della Cirinnà, ieri a spiazzare davvero è stata la riflessione di padre Occhetta su Civiltà cattolica che appoggia il referendum costituzionale.
E ha colpito proprio per il tempismo, perché arriva all’indomani della legge sulle coppie gay, coincidenza che ha in sé la negazione di chi vuole legare il via libera alla legge con l’ostilità verso il Governo. L’analisi di padre Occhetta fa appello soprattutto alla matrice cattolica della riforma costituzionale citando una tradizione di pensiero che va da Costantino Mortati ad Alcide De Gasperi fino a Sergio Mattarella e che lega insieme riforma del bicameralismo paritario con il nuovo Senato fatto di rappresentanze territoriali. A quei tempi non c’era la ventata di populismo contro la casta, il numero dei parlamentari o le indennità ma si individuarono già i difetti di un bicameralismo perfetto e di un Parlamento sguarnito dalla presenza dei corpi intermedi provenienti dai territori.
Ma non è solo il richiamo a quegli studi e a quella tradizione. Quell’auspicio espresso da padre Occhetta affinché il referendum passi si fa derivare anche da ragioni legate al contesto politico e a quello economico: vengono citati Mattarella – che alla Columbia University a febbraio ha parlato di «importante riforma della Costituzione» – e pure Mario Draghi quando disse che le riforme vanno collegate al momento economico. Come dire che questo passaggio non è indifferente alla stabilità finanziaria dell'Italia.