mercoledì 11 maggio 2016

Il Sole 11.5.16
Perché Pechino continua ad essere locomotiva globale
di Xu Xiaofeng

La Cina è tuttora la «locomotiva» della crescita dell’economia mondiale. Nonostante sia la seconda economia mondiale, il suo Pil procapite non supera la quinta parte di quello degli Usa, possiede ancora un grande spazio di crescita in futuro. Si stima, al ribasso, che l’economia cinese abbia contribuito, nel 2015, al 25% circa della crescita mondiale. La Cina ha contribuito per 1,3 punti percentuali alla crescita complessiva del 3,1% dell’economia globale nel 2015. Stando alle statistiche del Fondo Monetario Internazionale, entro il 2020 la Cina continuerà a contribuire per il 30% alla crescita economica globale. È ancora il principale mercato per le merci e per gli investimenti.
Il Paese ha cominciato ad implementare la politica dei due figli, ha aumentato i propri investimenti nella costruzione infrastrutturale di base, ha accelerato la messa in atto delle politiche di sviluppo coordinato nella regione Pechino-Tianjin-Hebei e nella cintura economica del fiume Azzurro, e continuerà a rafforzare il dividendo demografico e ad ampliare la domanda di materie prime. Con il riaggiustamento e l’aggiornamento dell’economia cinese, la sua domanda nei confronti delle tecnologie e delle apparecchiature più avanzate a livello internazionale continuerà ad aumentare. I consumi si amplieranno e cresceranno di livello, e ciò non mancherà di produrre una nuova domanda di beni di consumo.
Il Paese si conferma la meta di investimenti preferita a livello globale perchè continuerà a garantire agli investitori internazionali margini di profitto stabili ed obiettivi.
La Cina continua ad essere il principale fornitore di merci di qualità. Il “made in China” soddisfa la domanda dei consumatori di tutto il mondo e, allo stesso tempo, offre un sostanzioso contributo all’andamento stabile dell’economia mondiale. La Cina continua ad essere un «socio» affidabile per i Paesi del mondo. Il Paese sosterrà fino in fondo un modello di sviluppo comune caratterizzato dalla reciprocità degli interessi e dalla condivisione dei vantaggi. Decisioni come l’apertura a Milano di un centro di ricerca e sviluppo sulle microonde da parte del gruppo Huawei o la creazione di un centro di ricerca e sviluppo del gruppo Foton Lovol in Italia rientrano tra gli esempi classici della cooperazione tra la Cina e l’Italia. Nel 2015, gli investimenti diretti cinesi destinati ad istituzioni non finanziarie hanno raggiunto il massimo storico di 118 miliardi di dollari, mettendo a segno il tredicesimo anno di crescita consecutivo degli investimenti cinesi all’estero.
L’acquisto di quote del gruppo Pirelli per 7,1 miliardi di euro da parte del gruppo ChemChina rappresenta tra le maggiori operazioni all’estero da parte cinese negli ultimi anni. In futuro, sempre più investimenti, tecnologie e macchinari cinesi affluiranno sul mercato internazionale; la Cina intensificherà la propria cooperazione commerciale con gli altri Paesi del mondo, compresa l’Italia, e si attiverà per aprire mercati terzi, puntando a un più alto livello complementarietà.
Ministro consigliere dell’ufficio economico commerciale dell’Ambasciata della Repubblica popolare cinese in Italia