Il Sole 10.5.16
L’appello. La lettera degli Europarlamentari su Cina ed economia di mercato
Perché Pechino non merita lo status di economia di mercato
Sarebbe
 opportuno che ogni tanto l’Unione Europea applicasse alla propria 
politica il principio del “Rasoio di Occam” che prende il nome da uno 
dei più eminenti rappresentanti del pensiero scientifico europeo. Questo
 principio propone di favorire le soluzioni più semplici per risolvere i
 problemi più complessi. Se applicato, porterebbe l’Europa a rifiutare 
la Concessione di Status di Economia di Mercato alla Cina senza 
moltiplicare le controversie giuridiche legate al Protocollo di Accesso 
della Cina all’Organizzazione Mondiale del Commercio.
Quindici 
anni dopo l’adesione al Protocollo, la Cina non ha ancora 
volontariamente portato avanti le riforme per soddisfare i cinque 
criteri definiti dall’Unione Europea. Per tale ragione rifiutiamo di 
considerare automatico il riconoscimento dello Status di Economia di 
Mercato alla Cina. In quanto membri del Parlamento Europeo, intendiamo 
difendere gli interessi delle imprese e dei nostri lavoratori. Le 
pressioni cinesi e l’urgenza di una decisione, che dovrà essere presa 
entro la fine del Dicembre 2016, non devono condurre l’Europa a mettere 
in pericolo la propria economia. La Concessione dello Status di Economia
 di Mercato alla Cina modificherà il nostro metodo di difesa commerciale
 e indebolirà le nostre imprese. Non saremo più in grado di combattere 
la concorrenza sleale, dal momento che già ora sono in vigore, a livello
 europeo, più di 50 misure antidumping contro la Cina al fine di 
difendere le nostre imprese in numerosi settori.
Chiediamo dunque 
all’Unione europea di agire concretamente e al più presto. Non 
intervenire sarebbe come dar prova di incoscienza. L’Unione deve parlare
 con una sola voce ed elaborare una vera strategia per preservare i 
propri interessi economici. Da un punto di vista generale, discussioni 
che riguardano lo status di economia di Mercato alla Cina sottolineano 
la necessità per l’Unione europea di rilanciare una politica industriale
 e una politica commerciale. Dobbiamo dotarci di strumenti che ci 
permettano di difendere le nostre imprese e i nostri lavoratori dal 
dumping sociale, fiscale e ambientale. È inoltre prioritario che la 
Commissione e gli Stati Membri accelerino la modernizzazione e il 
potenziamento degli strumenti di difesa commerciale. L’Europa deve 
dimostrarsi più offensiva per ciò che riguarda le questioni dell’accesso
 ai mercati esteri per le nostre imprese europee. L’Europa deve inoltre 
smettere di aprirsi a quei mercati che non rispettano i principi di 
reciprocità e di equilibrio nelle relazioni economiche. Solo adottando 
una posizione chiara e precisa l’Unione Europea diventerà una vera 
potenza economica e politica rispettata sulla scena internazionale.
Gli
 Europarlamentari firmatari della lettera, in ordine alfabetico, sono: 
Salvatore Cicu (Italia), Lara Comi (Italia), Santiago Fisas Ayxela 
(Spagna), Elisabetta Gardini (Italia), Alain La Massoure (Francia), 
Franck Proust (Francia), Fernando Ruas (Portogallo), Tokia Saifi 
(Francia), Massimiliano Salini (Italia), Antonio Tajani (Italia), 
Jaroslaw Walesa (Polonia), Iuliu Winkler (Romania), Pablo Zalba Bidegain
 (Spagna)
 
