il manifesto 24.5.16
«L’Fpoe non è percepita come un partito di estrema destra»
Intervista. «In Austria ha prevalso l’idea di essere stato il primo paese vittima del nazismo»
di Angela Mayr
Ha
vinto Van der Bellen, ma un 49,7% a un partito come la Fpoe rimane un
fatto preoccupante. Ne abbiamo parlato con Bernhard Weidinger
ricercatore esperto dell’estrema destra al Doew, il Centro di
documentazione sulla resistenza austriaca e osservatorio sull’estrema
destra in Europa
Noebert Hofer respinge per sé e il suo partito
l’appellativo di estrema destra. Sostiene di essere semplicemente di
centro destra. Il Doew come connota e colloca la Fpoe?
La
consideriamo di estrema destra come organizzazione, non beninteso i suoi
elettori. Per tre elementi: il nazionalismo tedesco (riconosce
l’Austria solo come stato, non come nazione) un punto che avevano ormai
abbandonato ma poi reinserito personalmente da Hofer nel programma di
partito del 2011. Secondo, il concetto autoritario dello stato di
diritto e della libertà di stampa che è evidenziato dalla loro
comprensione per la repressione in Ungheria, Polonia e Russia. Terzo
fattore la etnicizzazione sistematica delle questioni sociali e la
sistematica tipicizzazione mediante stereotipi di tutto ciò che è
straniero.
Nel contesto della destra europea la Fpoe occupa una posizione particolare?
Ci
sono differenze che hanno un fondamento storico- La destra francese è
centralista legata allo stato nazione, la Fpoe è legata ai gruppi
etnici, è più vicina alla Lega nord.
Recentemente è stata rispolverata da Strache la questione del Sud Tirolo.
E’
una loro posizione tradizionale, non hanno mai fatto pace con lo
statuto di autonomia. Ma è un tema che in Austria non interessa proprio
nessuno, è un segnale che lanciano al loro zoccolo duro.
Che consistenza ha lo zoccolo duro?
Intorno
al 5% se parliamo di gente legata all’ambiente delle Burschenschaften,
le corporazioni studentesche combattenti e agli ex nazisti, un altro 5% è
arrivato sull’onda di Joerg Haider. Il potenziale attuale nel caso di
elezioni politiche è dato al 35%. Il fatto è che la gente non li
percepisce come destra estrema.
Che relazione c’è tra il successo della Fpoe e l’elaborazione tardiva del passato nazista in Austria?
La
maggior parte delle persone non associa la Fpoe al nazismo. Il fatto
che in Austria a lungo ha prevalso la tesi del paese prima vittima del
nazismo ha fatto sì che non ci fosse un consenso acquisito delle elites
politiche sull’esclusione della Fpoe come partner politico e di
conseguenza neanche tra la popolazione. In realtà persistono delle
ambivalenze, singole esternazioni antisemite o singoli deputati o
piccoli funzionari con simpatie filo naziste. Di recente la Fpo volendo
entrare nel salotto buono della politica li esclude dalle proprie file.
Ci sono dei legami col gruppo neonazista Die Identitaeren (Gli identitari)?
Non
sono neonazisti, sono neofascisti come Casa Pound in Italia. Si, vari
esponenti soprattutto giovanili hanno dei legami ed esprimono chiare
simpatie. Hofer invece ne ha preso le distanze.
Come interpreta l’esito del voto?
Intanto
mostra quanto sia andata avanti la normalizzazione dell’estrema destra,
che non è neanche più concepita e percepita come tale. Nello stesso
tempo si deve dire che c’è stata una mobilitazione di tutto il resto
dello schieramento democratico che è riuscito a evitare che Hofer
diventasse presidente. Credo anche che ci sia stato l’effetto Kern, il
nuovo cancelliere che ha calmierato lo scontento accumulato spingendo
degli elettori a rimanere a casa anziche votare per il candidato Fpoe.