il manifesto 22.5.16
Roma, gli antifascisti si riprendono piazza Vittorio
Capitale.
Casa Pound manifesta con duemila persone. Gli antifascisti si
riprendono la piazza principale del quartiere Esquilino dove poco prima
era passato il corteo dell'estrema destra. Attaccato un pulmino. Gli
attivisti: "Dentro c'erano i membri di un gruppo nazi-rock diretto al
concerto di Colle Oppio, la tana delle tigri"
di Roberto Ciccarelli
ROMA
Piazza Vittorio è stata ripresa alle 14. Dopo ore sotto il primo vero
sole estivo in piazza dell’Esquilino, ieri gli antifascisti hanno
raggiunto la piazza interdetta a causa del passaggio del corteo
nazionale dell’estrema destra di Casa Pound. Il quadrante umbertino tra
la stazione Termini e San Giovanni mai come ieri è stato così
militarizzato. Duemila uomini, e decine di camionette, camion idranti e
possenti veicoli con reti di ferro pronti ad abbattere barricate.
Nonostante questo, un migliaio di persone sono riuscite a raggiungere
piazza dell’Esquilino, rispondendo all’appello dell’Anpi, di altre
associazioni di partigiani e dei centri sociali.
«Noi siamo una
repubblica democratica fondata sul lavoro e antifascista, e penso che
questi valori vadano difesi – ha detto Maurizio Landini, segretario
della Fiom – Credo che manifestazioni che richiamano il fascismo non
vadano autorizzate, in una Europa che sta rimettendo muri». Stefano
Fassina, di Sinistra per Roma, l’unico candidato sindaco presente: «È un
segnale preoccupante perché qua si difende la Costituzione, non
dovrebbe essere una iniziativa di sinistra ma di tutti coloro che si
riconoscono nella Costituzione». Polemiche sono state provocate
dall’assalto dei militanti antifascisti a un pulmino a un incrocio con
via Emanuele Filiberto. Per loro il pulmino era di uno dei gruppi
musicali invitati al concerto «nazi-rock» «Tana delle Tigri»,
organizzato da Casa Pound. Un’altra versione, data dall’autista, è che
ospitava «turisti tedeschi». I vetri sono stati rotti con i caschi, il
veicolo è fuggito in maniera precipitosa in retromarcia.
Dopo gli
sgomberi, le cariche e gli idranti contro i senza casa, l’emergenza
umanitaria o la pianificazione economica dei prossimi tre anni, nel
bilancio dei sei mesi di commissariamento della capitale andrà ricordata
anche per la sfilata nazionale di duemila esponenti di casa Pound.
L’autorizzazione della manifestazione, giustificata in nome della difesa
del diritto di espressione dal sottosegretario all’Interno Ricci, ha
portato nella strade di Roma contenuti xenofobi e razzisti. La
«normalità» con la quale è stata accettata deriva dal nuovo clima che si
respira nell’Europa dei confini, dei fili spinati, e dell’accordo con
la Turchia sulla deportazione dei profughi dalla Grecia per rinchiuderli
in un campo di concentramento a cielo aperto.
Il corteo
dell’estrema destra di ieri va letto in questa cornice. Non è
un’eccezione, è la regola nell’Europa condizionata da populisti e
fascisti. In apertura del corteo, partito da piazza Vittorio e terminato
al Colle Oppio, un enorme striscione con lo slogan «Difendere l’Italia
con lo spirito degli eroi del Piave». L’immagine di un soldato e la
tartaruga simbolo del movimento precedeva file ordinate di militanti che
sventolavano una bandiera a testa. Molti i giovanissimi presenti.
Simone Di Stefano è il candidato sindaco di Roma per Casa Pound e si è
allontanato da Salvini perché non rompe con il «carrozzone» del centro
destra». «Siamo pronti alla morte per difendere la nostra patria e i
nostri confini – ha detto – Ci dipingono come mostri, ma siamo gli unici
a difendere gli italiani». Di Stefano punta a un risultato del 3-5%
alle comunali e ha un vasto programma: «Da qui a 10 anni ci saremo
ripresi la nostra nazione».