il manifesto 20.5.16
Loi Travail: le manifestazioni non si fermano
Francia.
Ancora cortei, 400mila persone in piazza, malgrado le tensioni e il
grave episodio della vigilia a Parigi contro una pattuglia della
polizia. Valls ai sindacati: "interrogatevi sulla pertinenza" della
protesta. Stato di emergenza votato fino a fine luglio
di Anna Maria Merlo
PARIGI
La Cgt propone una nuova giornata di protesta il 26 maggio, per
aumentare la pressione e arrivare al ritiro della Loi Travail. Fo
propende per una giornata di manifestazioni e di scioperi
interprofessionali a giugno, quando il testo di legge arriverà in
discussione al Senato (il 13, dove dovrebbe ritrovare la versione
iniziale, quella prima della concertazione con la Cfdt, poiché qui è la
destra ad avere la maggioranza). Ieri, secondo la Cgt in Francia sono
scese in piazza almeno 400mila persone, numero in crescita rispetto a
martedi’, primo appuntamento di protesta di questa settimana. Ieri, era
la settima giornata di manifestazioni contro la riforma del lavoro in un
po’ più di due mesi. I blocchi dei camionisti sono continuati, in
particolare nell’ovest del paese, dove già alcune pompe di benzina sono a
secco. Sciopero anche nelle ferrovie, seguito al 15% (secondo la
direzione), a Orly è stato annullato circa il 15% dei voli. Il primo
ministro, Manuel Valls, ha affermato ieri di essere “pronto a far levare
i blocchi di porti, aeroporti e raffinerie”, minacciando l’invio della
polizia. Valls ha messo in guardia i sindacati e chiesto loro di
“interrogarsi sulla pertinenza” delle manifestazioni continue, dopo il
grave episodio della vigilia, con l’aggressione di una pattuglia, dove
c’erano due agenti, in Quai de Valmy, mentre c’era la manifestazione dei
poliziotti contro l’”odio anti-flic”. Cinque persone erano ieri in
stato di fermo, la Procura ha aperto un’inchiesta per “tentativo di
omicidio volontario”. I sindacati rispondono che il governo vive “sulla
luna”. Per Jean-Claude Mailly, segretario di Fo, basterebbe che il
governo si mettesse a discutere, “ritirando i punti più controversi”,
per far cessare le manifestazioni. Philippe Martinez, della Cgt, il
progetto di legge “deve essere ritirato, la palla è ormai nel campo del
governo”.
Malgrado le violenze della viglia, a Parigi, c’è stato
un corteo consistente, 100mila persone per la Cgt, 13-14mila per la
polizia. La presenza della polizia è stata massiccia, una sfilata di
decine di camionette prima del passaggio del corteo, strade chiuse da
barricate di protezione lungo il percorso, da Nation a place d’Italie.
Sul boulevard de l’Hôpital e poi in place d’Italie e dintorni ci sono
stati momenti di tensione, sempre in testa al corteo, dove si sono
concentrati i giovani più radicali, con il volto coperto. Vetrine
spaccate (soprattutto di agenzie bancarie), lanci di oggetti, replica
con lacrimogeni e granate assordanti da parte delle polizia presente in
forza, un elicottero ha seguito, come al solito, la manifestazione dal
cielo. A Parigi, ci sono stati 9 fermi di persone accusate di avere armi
improprie e di aver lanciato oggetti contro le forze dell’ordine. Il
ricorso alla violenza è giustificato da questi giovani: “hanno avuto
quello che meritano”, spiega uno studente, riferendosi sia al servizio
d’ordine dei sindacati, accusato di essere un “collabo” della polizia
che ai poliziotti. “Il popolo non fa che rispondere con un’eguale
violenza”, aggiunge lo studente. Un manifestante più anziano, sempre
nella parte calda del corteo, spiega: “c’è l’esasperazione per non
essere ascoltati” dal governo, che continua a dire che le legge sarà
varata al termine di un iter parlamentare a colpi di 49.3 (cioè senza
voto). Dietro, hanno sfilato nella calma i sindacati, evocando a tratti
lo “sciopero generale”. Tra gli slogan più gettonati: “legge del
padronato, 49.3, non li vogliamo”, “Hollande, Valls, Medef, casseurs del
sociale”. Il caso del Cpe di dieci anni fa, il contratto di primo
impiego votato, pubblicato sul Journal Officiel ma poi annullato, viene
evocato come un precedente da ripetere oggi.
Manifestazioni anche
in molte altre città, Saint-Nazaire, Le Havre, Rennes, Bordeaux,
Montpellier, Clermont-Ferrand, Lione, dove ci sono stati due fermi. 19
persone sono state fermate a Rennes, dopo un tentativo di vandalismo
nella metropolitana. A Nantes, dove il ministro degli Interni, Bernard
Cazeneuve, aveva proibito la manifestazione, c’è stato un corteo
improvvisato al grido: “stato d’emergenza, stato di polizia, non ci
impediranno di manifestare”. Intanto, ieri l’Assemblea ha confermato il
voto già avvenuto al Senato, che prolunga lo stato d’emergenza per altri
due mesi, fino a fine luglio, per coprire l’Euro di calcio, che inizia
il 10 giugno, e il Tour de France, due appuntamenti considerati a
rischio. Effetto del terremoto politico in corso: il gruppo Verde non
esiste più all’Assemblea, la frattura tra pro e contro il governo è
consumata. Sei deputati di Europa Ecologia hanno abbandonato e sono
entrati nel gruppo socialista, ma conserveranno l’indipendenza di voto.