il manifesto 19.5.16
Fassina, liste tutte riammesse. Ma ora è pressing dal Pd
Amministrative.
Orfini: poi uniti al ballottaggio. Grillo: M5S argine alle destre
forti. Se non vinciamo entro un anno, andiamo a casa»
di Daniela Preziosi
ROMA
Altra buona notizia per la sinistra che a Roma sostiene la candidatura
di Stefano Fassina. Il consiglio di Stato ha riammesso anche la lista
civica e le liste del municipio. La sinistra torna in corsa, dunque, e
al completo. «Un’altra bella notizia per la democrazia», ha commentato
il candidato, che già martedì aveva festeggiato la sua riammissione alla
gara in un’assemblea alla Casa dell’Altra Economia.
Il Pd prende
atto con eleganza del rientro dell’avversario nella competizione, ma
comincia ad attrezzarsi per il secondo turno. Attenuando i toni,
lanciando veri appelli all’unità, almeno al ballottaggio. Spiegando,
all’indirizzo di quella parte politica, appelli al voto utile ma anche
rassicurazioni. Così il presidente del Pd Matteo Orfini, commissario
romano: «C’è una sola possibilità per chi non vuole che vinca la destra
ed è Giachetti», dice al Corriere della sera. E al secondo turno «il
tema non è il rapporto tra Giachetti e Fassina, ma il progetto di
governo per la città e io spero che al ballottaggio saremo uniti. Fatico
a immaginare che Stefano possa sostenere Raggi». A Roma, giura Orfini,
«non abbiamo alcun rapporto con Verdini. Non lo abbiamo cercato e non lo
abbiamo voluto e quando sembrava intenzionato a partecipare alle
primarie gli abbiamo detto chiaramente che non era il benvenuto». Una
cosa è certa, ed è che il tema non è il rapporto fra Fassina e
Giachetti, soprattutto perché è un rapporto inesistente, al momento. Ma a
sinistra gli appelli al voto utile non sono graditi, neanche quelli per
l’eventuale secondo turno. «Un’insistenza stucchevole e sgradevole» per
Nicola Fratoianni, di Sinistra italiana.
Intanto c’è qualcun
altro che ammicca a sinistra. Alla sua maniera, naturalmente. Beppe
Grillo ieri da Napoli, dove i 5 stelle non sono competitivi – hanno
schierato un brianzolo juventino, Matteo Brambilla che non scala i
sondaggi – ha parlato della Capitale: «Ce la giocheremo tutta. Se si
vince a Roma…». Il comico promette che stavolta il movimento o raddoppia
o lascia, un po’ come fa Renzi con il referendum: «O in un anno gli
italiani decidono di darci una possibilità, o ce ne andiamo a casa. Ma
c’è un pericolo, se andiamo a casa noi: come in tutta Europa arrivano le
destre quelle forti». Intendendo dunque che la destra del M5S è una
destra light? «Noi abbiamo arginato Forza Nuova, Casapound ma in tutta
Europa si sta riformando il nazismo», dice Grillo, ma glissa
sull’endorsement del leghista Salvini proprio sulla sua candidata
romana. Salvini, che a sua volta è l’ex alleato proprio di Casapound,
con la quale ha sfilato insieme nella capitale in un “indimenticabile’
corteo nel febbraio 2015. I nostalgici del Ventennio avevano anche
riversato i loro voti sul leghista Borghezio, contribuendo a eleggerlo
all’europarlamento. Ma poi l’idillio fascio-leghista si è rotto, o per
lo meno il posto della tartaruga nera lo hanno preso i Fratelli
d’Italia.