il manifesto 12.5.16
Gli abusi sessuali del don di Cl
Crema. Monsignor Inzoli, figura di spicco di Comunione e Liberazione, dovrà risarcire cinque minori
di Ernesto Milanesi
Un
risarcimento di 25 mila euro a ognuno dei cinque minori. E processo con
rito abbreviato, fissato il 29 giugno dal gup del Tribunale di Cremona
Letizia Platè. Monsignor Mauro Inzoli, 65 anni, figura carismatica di
Comunione e Liberazione, è imputato di violenza sessuale con abuso di
autorità e violenza sessuale aggravata per abuso di minori (reato che
comporta una pena dai 6 ai 12 anni). Si tratta di otto episodi, avvenuti
nel periodo 2004-2008, ricostruiti dal procuratore Roberto Di Martino
ai danni di ragazzi in età compresa fra i 12 e i 16 anni. Per altri 15
fatti analoghi è già scattata la prescrizione.
Monsignor Inzoli a
Crema è stato rettore del liceo linguistico Shakespeare e parroco alla
Santissima Trinità. E guidava l’associazione Fraternità che si occupa di
minori in difficoltà. Ma nella galassia ciellina della Lombardia è
sempre stato in prima fila: presidente per 14 anni di Banco Alimentare,
vice presidente della Compagnia delle Opere, ospite fisso del Meeting di
Rimini. Indicato anche come confessore di Roberto Formigoni, non ha mai
nascosto la vocazione per il lusso tanto da essere chiamato «don
Mercedes». A gennaio 2015 spiccava in seconda fila (alle spalle di
Roberto Maroni) nel convegno omofobo al Pirellone di Milano.
Monsignor
Inzoli ha già subito il processo della Santa Sede. Il primo
provvedimento era una drastica espulsione del sacerdote ciellino dalla
Chiesa. Immediato il ricorso previsto dal diritto canonico. Ma il 26
giugno 2014 il vescovo di Crema Oscar Cantoni annuncia pubblicamente che
la Congregazione della dottrina della fede, su incarico di papa
Francesco, ha inflitto la «pena medicinale perpetua» al seguace di don
Giussani. Allontanamento dalla diocesi, obbligo di vita ritirata e
necessità di cure appropriate.
Ora però monsignor Inzoli è alla
sbarra per la giustizia italiana. Grazie soprattutto a Franco Bordo
(deputato Sel di Crema, obiettore di coscienza con il gruppo Abele a
Torino, pacifista) che nell’estate 2014 ha firmato l’esposto alla
Procura della Repubblica da cui sono scaturite prima le indagini e poi
il rinvio a giudizio.
Il “caso Inzoli” imbarazza l’intera
fraternità religiosa di Comunione e Liberazione, presieduta dal 19 marzo
2005 dal teologo spagnolo Julián Carrón. L’accusa di pedofilia non
giova nemmeno a politici, imprenditori e amministratori lombardi
abituati da decenni a frequentare «don Mercedes». Una vicenda che ha
sempre faticato a guadagnare visibilità nel circuito dei media come a
più riprese ha evidenziato Giap, il blog del collettivo Wu Ming che
invece continua a rilanciare le puntuali notizie del quotidiano La
Provincia. «Abbiamo chiesto conto del silenzio al giornalista ciellino
Luigi Amicone, che ci ha risposto: “Toglietevi la maschera, così che
sappiamo da che giro siete comandati”. E Gianni Riotta ora twitta:
“Siete meno grandi nella ricostruzione degli eventi”. Chiunque può
verificare quel che abbiamo pubblicato, anche grazie alla cronologia…»
chiosa Wu Ming.
Ieri la prima significativa svolta. Il
risarcimento delle vittime da parte del monsignore ciellino è un fatto
incontrovertibile. Favorisce la strategia processuale del rito
abbreviato, ma non cambia la natura del reato di violenza sessuale
aggravata ai danni di minori.
Franco Bordo ricorda: «A Crema
nell’estate di due anni fa ricevevo richieste, informazioni,
segnalazioni. Da parte mia, reputavo indegno che di fronte a simili
comportamenti il nostro sistema giudiziario per così lungo tempo non si
fosse mai attivato. Così ho presentato l’esposto alla Procura. Quando la
magistratura apre le indagini, sollecita gli atti ufficiali al Vaticano
che però si rifiuta di fornirli. Ma nei confronti di monsignor Inzoli
si arriva al rinvio a giudizio per reati davvero odiosi, perché i
magistrati di Cremona accertano una ventina di casi e ne possono
perseguire otto».
Con il risarcimento da 100 mila euro, il “caso
Inzoli” non è ancora chiuso. Il parlamentare di Sel evidenzia al
manifesto: «Monsignor Inzoli è una personalità di spicco in Comunione e
Liberazione. In questi anni, a Crema, si è percepita una cappa di paura,
come in un sistema omertoso e di ricatti incrociati. Dal punto di vista
politico è noto il suo sostegno nelle campagne elettorali di Formigoni,
Raffaele Cattaneo e del cremasco Gianni Rossoni. E l’attuale assessore
regionale Cristina Cappellini, originaria di un paese a 15 chilometri da
Crema, conosce benissimo Inzoli…»