Corrriere 5.5.16
Il sospetto su Etruria: «Ordini agli sportelli arrivati dall’alto»
Le indagini di Civitavecchia dopo il suicidio del pensionato che aveva investito oltre 100 mila euro
di F. Sar.
ROMA
Verificare chi ha dato indicazioni alle filiali di coinvolgere anche i
piccoli risparmiatori nell’acquisto delle obbligazioni subordinate di
Banca Etruria: è questo il mandato con cui gli investigatori del Nucleo
valutario della Guardia di Finanza sono entrati ieri negli uffici della
direzione generale dell’Istituto di credito aretino. Un’acquisizione di
documenti disposta dalla procura di Civitavecchia che indaga sulla morte
del pensionato Luigi D’Angelo, suicida il 28 novembre 2015 dopo aver
scoperto che il suo investimento da oltre 100 mila euro era diventato
carta straccia, vista l’approvazione del decreto del governo salva
Banche.
L’inchiesta del pubblico ministero Alessandra D’Amore mira
a verificare perché — nonostante le indicazioni della Banca d’Italia
che per questo tipo di acquisti fornisce la disposizione di privilegiare
i clienti istituzionali — numerose filiali sparse in tutta Italia
abbiano invece «consigliato» anche a chi aveva un po’ di soldi da parte
di tentare il colpo. Si procede per truffa: il sospetto è che i clienti
siano stati ingannati con la promessa di facili guadagni. E dunque, al
di là delle responsabilità di direttori e funzionari delle sedi locali,
si deve verificare se ci sia stato un «input» dall’alto e dunque se
qualcuno tra i vertici possa avere avuto una responsabilità rispetto
alle «perdite» subite dai risparmiatori.
Ieri sono stati proprio
questi ultimi, che da mesi protestano contro il vecchio consiglio di
amministrazione di Etruria — guidato da Lorenzo Rosi e dai
vicepresidenti Alfredo Berni e Pierluigi Boschi, padre del ministro
Maria Elena — a subire un colpo. Perché il giudice Annamaria Loprete —
che dovrà giudicare l’operato dell’ex presidente Giuseppe Fornasari,
l’ex direttore generale Luca Bronchi e il dirigente Davide Canestri,
accusati di concorso in bancarotta fraudolenta proprio per la
liquidazione data al dg — ha respinto la richiesta di costituzione di
parte civile avanzate da gruppi di risparmiatori e associazioni di
consumatori, mentre ha accolto soltanto l’istanza di Bankitalia. E ha
accettato la richiesta di giudizio abbreviato presentata dagli imputati.
Per
la truffa il procuratore Roberto Rossi ha iscritto nel registro degli
indagati una decina di direttori e funzionari di diverse filiali. Per
bancarotta è invece sotto inchiesta l’intero cda guidato da Rosi e non è
escluso che nelle prossime settimane possano esserci ulteriori
sviluppi, visto che gli investigatori della Guardia di Finanza di Arezzo
e Firenze — che lavorano in pool — hanno già consegnato ai magistrati i
risultati delle prime verifiche dopo la dichiarazione di insolvenza
formulata dal tribunale.