Corriere La Lettura 22.5.16
il breviario del populismo
di Antonio Carioti
Mettere
insieme Oriana Fallaci e Toni Negri può sembrare un esercizio
acrobatico. Ma Francesco Borgonovo, nel libro L’impero dell’islam
(Bietti, pp. 248, e 15) si cimenta nella prova con indubbio talento. Da
una parte denuncia la minaccia dei musulmani intenzionati a
sottometterci, dall’altra se la prende con il «finanzcapitalismo» che
c’impoverisce e ci ruba l’anima. Li dipinge come due «Imperi della
Paura» che stringono l’Europa in una morsa micidiale. Al Baghdadi e Mark
Zuckerberg (un’altra strana coppia) sarebbero dunque alleati oggettivi.
«Ci stanno ammazzando», esclama Borgonovo. E tratteggia lo scenario
cupo di Paesi dell’Ue in preda alla miseria e alla violenza, fustigando
nel frattempo il lagnoso «vittimismo» dei popoli islamici, che
notoriamente godono di un tenore di vita ben superiore al nostro e non
sanno neppure dove stiano di casa il terrorismo e la guerra. Tuttavia
gli argomenti di Borgonovo non si esauriscono negli eccessi apocalittici
del suo allarme. Nient’affatto sprovvisto di validi e variegati
riferimenti culturali (Christopher Lasch, Bernard Lewis, Henri Pirenne),
questo saggio rappresenta una sintesi ben costruita, quasi una sorta di
breviario, dell’ideologia populista destrorsa, identitaria e
simultaneamente antiplutocratica, che sta mietendo successi nell’intero
Occidente perché fa leva su problemi epocali di assai difficile
soluzione. Non è con la retorica cosmopolita del meticciato, né con il
culto dell’individualismo competitivo che si può efficacemente
rintuzzarla.