sabato 7 maggio 2016

Corriere 7.5.16
Rachele Mussolini
«Io e Alessandra avversarie. Il fascismo? Ormai è storia»
intervista di Monica Guerzoni

ROMA «Sono una persona semplice, con un nome ridondante».
Rachele Mussolini, candidata nella Lista civica Con Giorgia (Meloni, ndr).
«Ho quasi 42 anni e chi mi conosce da una vita apprezza Rachele e non il mio cognome, a prescindere».
Ne è sicura?
«Non mi sono mai servita del mio cognome, anzi ne ho pagato le spese. Chiamarsi Mussolini è difficile, a Roma, in Italia, nel mondo. È un cognome impegnativo, ma lo porto con grande orgoglio».
Orgoglio per la storia di Benito Mussolini?
«Per la storia della mia famiglia e per mio padre Romano, jazzista apprezzatissimo e squattrinato. Faceva il lavoro dei suoi sogni, cosa che alla mia generazione è stata negata. Io ho subito lo choc del licenziamento».
E di suo nonno il Duce, cosa pensa?
«Il fascismo deve essere consegnato alla storia. Capisco la curiosità dei media per me e per mia sorella, ma vorrei che potessimo concentrarci sui problemi reali».
Con Alessandra avete lo stesso padre e madri diverse.
«Ci chiamano sorellastre e mi da fastidio, brutta parola».
Però siete rivali...
«Purtroppo abbiamo vite diverse, lei è molto impegnata e non ci siamo mai frequentate tanto. Ma le rinnovo il mio in bocca al lupo per la sua nuova avventura con Marchini. Lei è un politico navigato, non ha bisogno del mio in bocca al lupo e anzi dovrebbe essere il contrario, visto che sono io ad affacciarmi alla politica».
Alessandra non le ha ancora fatto gli auguri?
«No, ma non è importante. Siamo sorelle e il legame di sangue non si cancella».
Come ha votato nel 2013?
«Fratelli d’Italia e, prima, An. Bazzico la politica da 13 anni, sempre in segreteria dietro le quinte. Il mio primo datore di lavoro è stato il senatore Franco Servello (ex Msi, poi An, ndr ), era un signore e mi ha insegnato moltissimo».
Perché si candida?
«La proposta di Giorgia è arrivata mesi fa. Per la prima volta sono in prima linea per i valori della vera destra, quella vicina alla gente. Non amo gli estremismi, per questo ho accettato la proposta di una politica giovane ed esperta».
La Meloni sarà presto mamma. Potrebbe ritirarsi?
«Noi donne siamo multitasking, la gravidanza è un arricchimento e le voci di un ritiro sono senza fondamento. Io ho due figlie piccole e mi sento prima di tutto mamma».
La sua priorità per Roma?
«Il decoro. Roma è ostaggio della sporcizia e dell’incuria».
Di chi è la colpa?
«Della malagestione. Nessuno ha la bacchetta magica, neanche Giorgia, però Marino ha dato il colpo di grazia a una situazione drammatica».
Alemanno no?
«Tutti hanno le loro colpe, destra, sinistra, centro».
Cosa pensa di Giachetti, Marchini, Fassina e Raggi?
«Massima stima, ma non sono nelle mie corde».