martedì 24 maggio 2016

Corriere 24.5.16
Smuraglia, Presidente Anpi
«Niente sanzioni, ma la maggioranza decide»
«I nostri associati non possono organizzare comitati per il Sì»
intervista di Paola D’Amico

Milano «È un dovere di tutti i cittadini vigilare sulla nostra democrazia, oggi sempre più in pericolo». Carlo Smuraglia, classe 1923, partigiano combattente, già docente di Diritto del lavoro alla facoltà di Scienze politiche di Milano e senatore della Repubblica fino al 2001, chiarisce la posizione dell’Associazione nazionale partigiani sul referendum costituzionale. E, come presidente dell’Anpi da cinque anni, lo fa evitando accuratamente che ciò possa essere interpretato com e una replica al ministro Maria Elena Boschi, che ha dichiarato: «I veri partigiani voteranno sì».
Professor Smuraglia deferirà gli iscritti contrari alla linea ufficiale dell’Anpi che è per il No al referendum?
«Non l’ho mai detto. Si cerca di alzare i toni. Questo non fa bene al Paese. Il referendum è la massima espressione della libera scelta dei cittadini. Non intendiamo assumere provvedimenti disciplinari contro nessuno. Non è così che si risolvono i problemi. Ma l’Anpi è una associazione e l’iscritto deve attenersi alle decisioni della maggioranza».
È giusto che l’Anpi detti una linea sul voto referendario?
«Perché non dovrebbe? È una libera associazione. Nello statuto c’è una norma precisa che ci obbliga a difendere la Costituzione contro ogni attacco, a far rispettare sempre lo spirito in cui è stata elaborata. È nelle nostre finalità e se non prendiamo posizione in materia di Costituzione tradiamo la nostra vocazione».
Vi sentite sotto attacco?
«Certamente. Invece di fare quello che si dovrebbe fare in una campagna referendaria onesta, e cioè informare i cittadini, esporre le proprie ragioni, si provoca e si divide».
Come siete arrivati al No?
«Il 21 gennaio, il comitato nazionale ha deciso di aderire alla campagna referendaria, dopo due anni di ragionamenti a riprova che non c’è rigidità da parte nostra, e a manifestazioni per evitare lo stravolgimento dei contenuti e del significato della nostra Costituzione. Il 5 marzo ho firmato una circolare che precisa i limiti del dissenso».
Cioè?
«Ogni iscritto è libero di esprimersi e votare come vuole. Ma non di fare atti contrari alle deliberazioni del comitato nazionale, perché secondo il nostro regolamento gli iscritti sono tenuti a rispettare lo statuto e a non fare nulla che dannegg i l’associazione».
Quindi non possono organizzare comitati per il Sì?
«Esatto».
Una ragione per il No. «La riforma toglie ai cittadini una rappresentanza in una delle due Camere, una rappresentanza vera».
C’è chi sottolinea che anche il Pci fosse per abolire il bicameralismo perfetto?
«Ci sono momenti storici in cui ci si pone in una posizione, poi si cambia. Ma noi non siamo dipendenti dall’ex Pci».
Alle feste dell’Unità ci sarete?
«Di norma ci invitano per parlare di Resistenza e libertà. Ma se quella festa o qualunque altra si trasformerà in luogo di propaganda, non avremo motivo di andarci».