Corriere 22.5.16
La Diocesi di Milano si interroga sui Millennials e gli stranieri «Il 40% dei giovani è diffidente»
di Elisabetta Soglio
Sono
«diffidenti» o addirittura «ostili» nei confronti degli immigrati.
Pensano che nelle nostre città ne arrivino «troppi», ma al tempo stesso
sono in qualche modo disposti all’accoglienza. Il rapporto dell’Istituto
Toniolo sull’atteggiamento dei giovani europei verso l’immigrazione
indaga la fascia dei Millennial (dai 18 ai 32 anni) ed evidenzia una
maggiore chiusura dei ragazzi italiani rispetto ai coetanei di Spagna,
Regno Unito, Germania e Francia. La ricerca sarà spunto domani sera per
il terzo incontro dei «Dialoghi di Vita Buona», promossi
dall’arcivescovo Angelo Scola e da Massimo Cacciari per unire le forze
migliori della città a discutere dei problemi del nostro tempo. Se il
cardinale Carlo Maria Martini con la Cattedra dei non credenti aveva
aperto una strada al confronto fra mondo laico e mondo cattolico, qui il
punto di partenza è diverso: ci si incontra tutti su un tema e
ciascuno, sulla base della propria esperienza, offre un contributo. E la
chiesa ambrosiana «gioca il proprio ruolo di attore che genera cultura e
contribuisce a costruire la vita buona nella nostra società locale».
Filo conduttore di questo primo ciclo dei Dialoghi, che si tengono al
Piccolo Teatro Studio intervallando testimonianze e dibattito con
letture e brani musicali, è la parola «Confini».
E dunque. Il
55,4% considera che gli immigrati presenti nelle loro città siano
«troppi», percentuale che sale addirittura a 70 intervistando gli
italiani. L’atteggiamento verso lo «straniero»? Gli europei sono al 42%
diffidenti, il 15 ostili e la stessa percentuale (17%) sceglie
l’aggettivo «indifferente» e «amichevole». Restringendo l’analisi ai
Millennial di casa nostra, l’ostilità sale al 18,2 cui si aggiunge il
39,7 di diffidenti, ma anche un 23,6 di amichevoli. L’indagine era stata
condotta nei mesi di maggio e giugno 2015, in piena emergenza sbarchi e
a sorpresa, il 64% degli italiani si dichiara in qualche modo
accogliente: il 24% pensa che «dovremmo accogliere tutti gli immigrati»,
il 40% «solo i profughi», mentre il 30% vorrebbe «rimpatriare tutti».
Come spiega Cristina Pasqualini, sociologa della Cattolica e curatrice
del rapporto, «questa generazione non è cosi aperta come quella
successiva. Non per una forma di razzismo latente, quanto perché sono
giovani che vivono un forte senso di precarietà e vedono nello straniero
un possibile ulteriore elemento di instabilità. Infatti, nelle indagini
Eurometro non chiedono politiche sulla sicurezza o sulla lotta
all’immigrazione, ma principalmente sul lavoro». Da questi dati
comincerà domani sera il dibattito: con il sociologo Aldo Bonomi, ne
discutono Mario Morcone, del ministero dell’Interno; Antoine Messarra
membro del Consiglio Costituzionale libanese e titolare della Cattedra
Unesco di Religioni comparate dell’Université Saint-Joseph di Beirut e
Riccardo Redaelli professore di Geopolitica alla Cattolica di Milano.