domenica 22 maggio 2016

Corriere 22.5.16
La mobilità sociale? A Firenze è ferma dal 1427
di Federico Fubini

Com’è difficile cadere in basso in Italia. Se non per la reputazione, per qualcosa che per molti conta anche di più: il reddito e il patrimonio. Se la vostra famiglia era a buon punto sei secoli fa, è improbabile che oggi vi possa succedere qualcosa di estremamente sgradevole. Così almeno va a Firenze, una città talmente tranquilla e civile da essere anche piuttosto emblematica.
La scoperta è di due ricercatori di Banca d’Italia, Guglielmo Barone e Sauro Mocetti. Di recente hanno pubblicato uno studio che incrocia i registri sui contribuenti di Firenze nel 1427 – con dati sui cognomi, la professione, il reddito e la ricchezza – con quelli del 2011. Il risultato è che in questi 584 anni non è successo molto. Tre fra i primi cinque contribuenti di cinque anni fa appartengono a famiglie che già sei secoli fa si trovavano nel 7% più ricco della popolazione per reddito e nel 15% più ricco per patrimonio. Sembra esserci un pavimento di vetro che per la durata di sei secoli ha impedito loro di scivolare in basso. Al contrario, le famiglie dei cinque contribuenti più poveri nel 2011 facevano già parte della metà meno ricca della popolazione di Firenze nel 1427. Barone e Mocetti stimano che essere discendenti della famiglia Bernardo, che era nel 10% dei fiorentini all’epoca, comporta oggi in media un reddito del 5% più alto rispetto a quello dei discendenti dei Grasso, che erano nel 10% più povero nel 1427. Quanto ai patrimoni, l’effetto è anche più forte.
Non era scontato che finisse così. Dopotutto nel frattempo il reddito per abitante si è moltiplicato per dodici, la popolazione è decuplicata e Firenze è passata da città-Stato a città di media taglia dell’Unione Europea. Ma a quanto pare in Italia solo una cosa è più difficile di cadere in basso quando si è nati in alto: salire in alto, venendo dal basso.