Corriere 22.5.16
Verdini a Napoli, patto con la pd Valente
«Tra noi alleanza politica». E sul figlio di un pregiudicato in lista con Ala: non può avere colpe di altri
di Simona Brandolini
Napoli
Alle 11 e 30 di un assolato mattino napoletano viene scattata la foto
che molti attendono e che imbarazza tanti, quella tra Denis Verdini e
Valeria Valente, candidata democratica al Comune di Napoli. L’album del
matrimonio tra Ala e Pd è completo. Il fidanzamento, infatti, tra
verdiniani e democratici in Campania risale alle Regionali, quando
Vincenzo De Luca ottiene lo stesso appoggio, ma mascherato dalla lista
civica «Campania in rete». Lo ricordano sia Verdini sia Valente ai
«colleghi smemorati». E rivendicano, con una certa soddisfazione, di
essere finalmente usciti dalla clandestinità, «con un colpo d’Ala».
Napoli
è un test nazionale, un laboratorio che è «tutto fuorché
centrosinistra», ha tuonato Antonio Bassolino. «La nostra è una scelta
coerente, senza trucchi, senza sotterfugi o ragionamenti di potere, ma
in linea con la grande scelta che abbiamo fatto a livello nazionale —
snocciola Verdini —. Abbiamo appoggiato Berlusconi in un percorso che
non è mai riuscito, quello delle riforme. Bisogna ricordarlo, altrimenti
sembra che abbiamo la memoria corta. Ora è il momento di cambiare». «È
un’alleanza politica — gli fa eco Valente — chiara, trasparente. Io ho
fatto un appello a tutte le forze moderate e posto delle condizioni:
liste pulite e sostegno al mio programma. Ho scelto la chiarezza. E sono
convinta che questa linea alla fine ci premierà».
Su Repubblica
spuntano i nomi di due candidati al consiglio comunale e alla
municipalità di Soccavo, Vitale e Vincenzo Calone, parenti di un
pluripregiudicato. «Mi risulta che i candidati al consiglio comunale
siano tutti incensurati — precisa la deputata. Chiederemo ad Ala di fare
verifiche e nel caso prendere provvedimenti. Noi la camorra la
combattiamo». «Le persone rispondono per quello che hanno fatto loro,
non per quello che hanno fatto gli altri. La lista è pulita, non cambio
idea», taglia corto il senatore Verdini.
Ma dal palco torna
sull’argomento partendo dall’ex potentissimo leader berlusconiano Nicola
Cosentino: «Mille giorni di carcerazione preventiva per Cosentino non
sono una cosa seria. Poi mi dicono che c’è un giovane impegnato che ha
un padre che ha problemi. C’è anche il diritto all’oblio, quel signore
ha scontato la pena».
Al fondo resta la questione politica: gli
imbarazzati sono in parte i compagni di Valente, della componente Rifare
l’Italia, il cui leader nazionale è Matteo Orfini che a Roma non ha
voluto l’accordo con Ala. La tensione è alle stelle, tant’è che c’è un
botta e risposta al vetriolo tra Verdini e la senatrice Rosaria
Capacchione. «Io colluso con la mafia? Lo sarà la mamma della
Capacchione se lo ha detto», dichiara il senatore. E la democratica:
«Espressione maleducata, ma non ho mai detto che è mafioso. Pongo, però,
un problema politico: quando abbiamo deciso che certi mondi del
centrodestra che in Campania coincidono con la stagione più buia
potessero diventare anche patrimonio del Pd?». «L’accordo è stato
siglato a Roma e noi porteremo Valente al ballottaggio», la conferma è
del verdiniano Enzo D’Anna.