Corriere 22.5.16
Andata e ritorno, un’altra vita di Verdini
di Aldo Grasso
L
ucifero, andata e ritorno. Prima la caduta nelle tenebre, poi la
riconquista della luce (Lucifero significa «portatore di luce»). Il
satanasso in questione di nome fa Denis e non si è mai ritenuto un
angelo. In disgrazia sì, qualche volta (sei rinvii a giudizio). In
disgrazia sì, per scelte politiche che fanno arrabbiare i duri e puri
del Pd, di Forza Italia e dell’eden mediatico.
Per chi non
s’indigna e non si dispera, Verdini è tornato alla luce, del sole e
delle telecamere. È andato a Cosenza per la presentazione di due liste a
sostegno del candidato sindaco del Pd. Stessa cosa ha fatto a Napoli
per la candidata del Pd (scomunicata da Saviano per aver accettato
«l’alleanza con aree del consenso del centrodestra più trasversale»). Ha
sfidato Travaglio nel salotto di Ballarò augurandogli, «perché la ruota
gira», di non finire mai nel tritacarne dei processi infiniti. E poi
c’è Crozza. Ormai essere imitati da Crozza è una consacrazione, anche se
Denis e Matteo sono satireggiati in amorosi sensi. La ruota della
politica gira e Verdini vuol portare a termine il suo mini Nazareno, in
barba alle minoranze intransigenti. Che poi, a bene vedere, sono loro
che affrettano il patto di governo fra Renzi e Verdini.
Sosteneva
Jean Cocteau che nell’ebraico esiste una sola parola per esprimere
angelo e angolo. Etimo sospetto, ma assonanza suggestiva. Tutto dipende
sempre dall’angolatura. Per l’andata e il ritorno.