domenica 22 maggio 2016

Corriere 22.5.16
Piacere , psicologia e anticoncezionali
Quello che i ragazzi non sanno (e chiedono)
di Elvira Serra

«Ma è normale non provare piacere?». «Mi fa male un testicolo: devo preoccuparmi?». «Una mia compagna di classe mi ha abbracciata, mi ha emozionato sentire il suo seno contro il mio petto. Vuol dire che sono lesbica?». «Se guardo un mio amico che fa la doccia nello spogliatoio sono gay?». «Mentre io e il mio fidanzato ci accarezzavamo mi è arrivato dello sperma sulle cosce: rischio di restare incinta?». «Gli spermatozoi nuotano, se eiaculo in acqua?». «Che cos’è la circoncisione?». «La prima volta è dolorosa?». «Davanti a una ragazza non ho avuto la reazione “giusta”: è un problema?».
Le domande degli adolescenti sul sesso sono imprevedibili, spassose e sconcertanti. Quando fanno gruppo sembrano invincibili, forti e sfrontati: in realtà hanno le idee piuttosto confuse, e, spesso, non sanno con chi chiarirsele. Per le femmine è più semplice: crescono con la mentalità del consultorio, sanno dove andare per un’emergenza; alla peggio, e cioè se hanno bisogno della pillola del giorno dopo, chiedono a un’amica diciottenne di andare in farmacia al posto loro. I maschi no. Cameratismo e machismo prevalgono sul bisogno di confrontarsi. Con i genitori, neanche a parlarne: è l’età delle sfide, non si può cedere su un argomento del genere. L’andrologo? È un personaggio da vecchi. Restano i film porno, ma servono a poco. Soprattutto, creano aspettative troppo alte.
Il risultato, certificato dalle ricerche, è che aumentano i ragazzini che fanno l’amore per la prima volta con un «rapporto mercenario». Stefania Piloni, ginecologa e docente in Medicina naturale all’Università di Milano, non si stupisce più davanti a niente. Da un paio d’anni con altri medici va gratuitamente nelle scuole per fare educazione sessuale. Quelli che incontra sono studenti di terza media e dei primi due anni delle superiori. «Una volta uno di loro mi ha detto che stava mettendo da parte i soldi per una prostituta. Era confuso: “Voi donne laggiù avete tre fessure e io ho paura di sbagliare. Preferisco fare così, almeno capisco come funziona e non faccio brutta figura”». Verrebbe da ridere, se non fosse vero. Piloni prosegue: «Ho sdrammatizzato: gli ho spiegato che una è talmente piccola che ci può passare solo la pipì. Un’altra è quella dell’ano, e difficilmente si esplora al primo rapporto, non è comodissima. Infine c’è quella che serve a lui, ma può stare tranquillo perché le ragazze collaborano per farla trovare».
Mai dare nulla per scontato. Alcuni adolescenti temono che ricorrere troppo spesso all’autoerotismo possa renderli impotenti. Altri acquistano su Internet le pillole blu perché hanno paura delle defaillance . Non pensano che il sesso possa anche far ridere, che sia qualcosa da sperimentare insieme. Le ragazze, invece, chiedono sempre quando possono fidarsi del partner e sostituire il preservativo con la pillola. Piloni risponde così: «La fiducia non ha ricette. Ma raccomando minimo tre mesi di coppia stabile prima togliere le barriere di scudo alle malattie».