domenica 1 maggio 2016

Corriere 1.5.16
I tormenti del Tesoro per Toschi: ma ora è meglio procedere uniti
di Lorenzo Salvia

Padoan aveva indicato Carta al vertice della Finanza. I segnali di distensione
ROMA Il nome messo sul tavolo era un altro, non è un mistero. Per la delicata poltrona di comandante generale della Guardia di finanza, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan aveva indicato il generale Luciano Carta, oggi alla guida dei reparti speciali delle Fiamme Gialle. Una scelta valutata anche dal capo dello Stato Sergio Mattarella. E pure dal generale Rolando Mosca Moschini, suo consigliere militare, grande esperto del ramo, visto che in passato ha guidato proprio la Guardia di finanza, quando il numero uno veniva da fuori, dall’esercito. È andata diversamente. Per quel ruolo Matteo Renzi ha voluto il generale Giorgio Toschi, finora comandante in seconda del Corpo. Senza lasciare alcun margine di manovra, senza offrire nemmeno un appiglio per un accenno di trattativa.
Ma il giorno dopo, dal ministero dell’Economia, arriva un messaggio di unità, quasi di pacificazione. Il generale Toschi sarà il nuovo comandante generale — dicono da Via XX Settembre — e ha la piena fiducia di tutti. Magari non sembra, ma non sono parole formali, di circostanza. A leggerle in filigrana vuol dire che la scelta è stata fatta. E adesso si deve chiudere quella guerra interna fra cordate che negli ultimi mesi ha sporcato l’immagine di un pezzo importante dello Stato, facendone vacillare la credibilità. Comandante di tutti, insomma. Non a caso erano proprio queste le parole che il generale Toschi ripeteva negli ultimi giorni, quelli della stretta finale sulla scelta da parte del governo. E che potrebbe pronunciare anche nella sua prima uscita pubblica, probabilmente il prossimo 21 giugno per la festa del Corpo.
Ma chi è questo generale nato a Chieti 61 anni fa, con un figlio ufficiale sempre nelle Fiamme Gialle, e diversi incarichi operativi in Toscana, Firenze compresa? Perché, soprattutto, il ministero dell’Economia e il Quirinale avrebbero preferito un altro nome al suo posto? Le perplessità erano due.
La prima è il coinvolgimento del fratello del generale, Andrea Toschi, in una vicenda giudiziaria che non si è ancora conclusa. Era il presidente della Banca Arner, sede in Svizzera e a Dubai. E nel maggio del 2014 è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta sulla finanziaria Sopaf, per la presunta appropriazione indebita di 79 milioni di euro sottratti alle casse di previdenza di ragionieri, medici e giornalisti. Furono proprio gli uomini della Guardia di finanza ad arrestarlo. E il generale Toschi lo ha ricordato più volte ai suoi critici, anche in questi giorni, come un segno della sua assoluta imparzialità, della sua totale correttezza. Come la dimostrazione, insomma, di essere al di sopra di ogni sospetto. Resta il fatto che il processo sia appena agli inizi, il rinvio a giudizio, davanti al Tribunale di Milano, è arrivato il 4 febbraio di quest’anno. E gli esiti sono al momento del tutto imprevedibili.
Il secondo motivo di perplessità porta a una intercettazione del gennaio 2014, uscita fuori da un’inchiesta sugli appalti in Campania condotta dal sostituto procuratore di Napoli, Henry John Woodcock. Toschi era a cena, alla taverna Flavia di Roma, con altri due generali della Finanza: Michele Adinolfi, molto vicino a Renzi, e Vito Bardi. Con loro parlava proprio delle necessità di sostituire l’allora comandante generale delle Fiamme Gialle Saverio Capolupo, che poi venne prorogato dal governo Letta. E del quale adesso prenderà il posto. Gli altri due generali, Adinolfi e Bardi, sono fuori gioco, andati da poco in pensione. Capolupo diventerà consigliere di Stato, su proposta del governo. Resta solo lui, il generale Toschi, che adesso diventa comandante. Fine della guerra interna e delle cordate contrapposte, sperano tutti. In ogni caso il suo incarico, come tutti quelli decisi venerdì dal governo, durerà due anni.