Corriere 1.5.16
La Brexit e la diversità culturale anglosassone
di Danilo Taino Statistics editor
Quasi
tutto il dibattito sulla Brexit — la possibilità che il Regno Unito
lasci la Ue nel referendum del 23 giugno — ruota attorno all’economia:
conviene alla Gran Bretagna separarsi dall’Unione o pagherebbe un prezzo
alto? A questo si aggiunge la politica, gli esiti che l’abbandono
avrebbe a Nord e a Sud della Manica. Probabilmente saranno questi
fattori a decidere il voto. C’è però qualcosa di profondo di cui non si
parla ma è alla base della reticenza british ad abbracciare l’Europa. È
che i britannici sono diversi. Sono anglosassoni: sull’individuo e sullo
Stato hanno idee più simili a quelle prevalenti in America che a quelle
radicate nell’Europa continentale. Uno studio condotto dal Pew Research
Center ha stabilito che il 57% degli americani e il 55% dei britannici
sono in disaccordo con la frase «nella vita il successo è parecchio
determinato da forza fuori dal nostro controllo». La maggioranza pensa
che in buona misura l’individuo crei il proprio destino. Nel continente,
la quota scende parecchio: 50% in Francia, 47% in Spagna, 37% in
Grecia, 34% in Polonia, 32% in Italia, 31% in Germania. Il 73% degli
americani e il 60% dei britannici crede anche che nella vita sia «molto
importante lavorare sodo per progredire». In Germania, lo pensa il 49%,
in Spagna il 47%, in Italia il 35%, in Polonia il 30%, in Francia il
25%, in Grecia il 21%. All’alternativa se sia «più importante che ognuno
sia libero di perseguire i propri obiettivi senza interferenza dello
Stato oppure sia meglio che lo Stato giochi un ruolo attivo per
garantire che nessuno sia bisognoso» il 58% degli americani sceglie la
prima ipotesi e il 35% la seconda. Qui, la differenza con i britannici è
maggiore: il 38% di loro sceglie la prima ipotesi e il 55% la seconda.
Quella registrata nel Regno Unito è comunque la quota più alta raggiunta
in Europa dalla scelta «liberale». Il risultato è anche un diversa
tolleranza nel diritto di espressione. Il 77% degli americani e il 57%
dei britannici ritiene che sia legittimo fare «affermazioni pubbliche
offensive alla religione o al credo di qualcuno». In Spagna la quota è
il 54%, in Francia il 53, in Polonia il 40, in Germania il 38 e in
Italia il 29%. Giovedì 23 giugno, gli argomenti economici e politici per
decidere Brexit o meno saranno forti e ben presenti nei cittadini che
andranno a votare. Le diversità culturali, però, avranno un peso non
insignificante.