Corriere 19.5.16
Sì alle riforme (e a Feltri), così «Libero» congedò Belpietro
di Virginia Piccolillo
ROMA
Prima riunione. Giro della redazione. E sul tavolo l’ultima copia
firmata da Maurizio Belpietro con un titolo a nove colonne: «Un no
contro il pericolo Renzi».
L’unione di fatto che l’editore
Angelucci aveva immaginato al vertice di Libero tra Vittorio Feltri e
Maurizio Belpietro è andata in pezzi. E da ieri Feltri, è tornato al
vertice del quotidiano che aveva fondato, con l’attuale vicedirettore
Pietro Senaldi che sarà direttore responsabile. Mentre Belpietro, fino a
ieri l’altro direttore, si è «fatto da parte» di fronte
all’avvicendamento deciso «dall’editore che è sovrano». Come ha scritto
lui stesso nell’ultimo editoriale in cui mette in guardia i lettori
sulle riforme con cui Renzi «potrà instaurare una dittatura democratica a
sua immagine». «Opporsi al referendum è giusto perché così lo si può
mandare a casa», aggiunge Belpietro. E attacca: «Se salta il referendum
non salta solo il governo. “Salto io e si chiude la mia storia politica”
non l’ho detto io. Lo ha detto Renzi. Se lo si desidera lo si può
accontentare». Una linea dura che, secondo i colleghi più fedeli, gli
sarebbe costata il posto. Di fronte alla svolta filo-renziana di Feltri,
che però sul Foglio di oggi si schermisce: «Ho scoperto dai giornali di
essere filorenziano. Meglio che figlio di...».
L’idillio
Angelucci-Belpietro aveva iniziato a scricchiolare dopo il fallimento
del patto del Nazareno. Belpietro che ha rivendicato il suo essere
berlusconiano, non aveva accolto di buon grado gli inviti dell’editore
ad evitare «attacchi personali» contro Renzi e soprattutto Verdini. Ma
il vero rospo mai ingoiato è stato l’arrivo di Feltri, che per l’editore
doveva segnare il rilancio di Libero , ma soprattutto de Il Tempo , che
vorrebbe far diventare il quotidiano del centrosud. Belpietro comincia a
fare melina. Non va agli incontri.
E quando, dopo aver firmato il
contratto, Feltri firma il primo editoriale, in cui dichiara la morte
politica di Berlusconi, Belpietro lo nasconde con un piccolo richiamo.
Seguono giorni roventi con un pranzo al ristorante Il Moro, a prendere
le difese di Belpietro dal nervosismo montante di Angelucci sembra sia
stato Denis Verdini, cui Belpietro però non lesina attacchi neanche il
giorno dopo. Il secondo editoriale non lo mette in pagina. E la mossa
del cdr che chiede conto all’editore del contratto di Feltri, viene
letta come eterodiretta. In una cena al Il Baretto di Milano, Angelucci
grida a Belpietro: «Ti ho dato fiducia in tutti questi anni. L’ho persa
completamente».