Corriere 18.5.16
«Fassina? Una buona notizia Qui nessun patto con Verdini»
Orfini: ai ballottaggi uniti, non credo proprio che sosterrà la Raggi
di Monica Guerzoni
ROMA «Fassina? È una buona notizia...».
Lo pensa davvero, presidente Matteo Orfini?
«Quando
si è saputo che il Consiglio di Stato aveva accolto il suo ricorso ero a
Firenze a presentare il libro di Sergio Staino Alla ricerca della
pecora Fassina , sono stato io a dare l’annuncio alla platea spiegando
che si trattava di una buona notizia. Noi che crediamo nella democrazia
speravamo che il ricorso di Fassina venisse accolto».
Con la Sinistra di nuovo in campo, Giachetti rischia di non arrivare al ballottaggio.
«Questo
rischio non c’è mai stato. Gli ultimi sondaggi danno ampiamente
Giachetti al ballottaggio, pur con Fassina in campo. Siamo sempre stati
convinti che il secondo turno sia assolutamente raggiungibile, ma non ci
fermiamo lì. Noi vogliamo vincere e governare Roma, perché torni a
splendere».
Sembra un miraggio... Giachetti ha assegnato un 6 in
pagella al prefetto Tronca e l’ultima amministrazione a guida Pd non ha
lasciato un buon ricordo ai romani.
«Il Pd era uscito male dalla
vicenda di mafia capitale, dopo di che quel partito non esiste più,
abbiamo passato un anno a rigenerarlo, cacciando le persone che andavano
cacciate. Le nostre liste sono composte per un terzo da esterni e l’età
media è di 40 anni».
Fassina è convinto che gli elettori «sofferenti» del Pd voteranno per lui.
«Sconsiglierei
provocazioni di questo tipo, si vota su un progetto per Roma e noi
stiamo convincendo elettore per elettore della bontà del nostro.
Suggerirei a Stefano di far lo stesso, invece di buttarla in caciara».
Lo sfascio delle periferie non è colpa del Pd?
«Mi
stupisce che Stefano attribuisca lo sfascio della città a noi, che
l’abbiamo cambiata in meglio, invece che alla giunta Alemanno, che ha
saccheggiato Roma. C’è una sola possibilità per chi non vuole che vinca
la destra ed è Giachetti. È una sfida complicata, con tre candidati
forti della destra. La Meloni, Marchini e la Raggi, che passa la sua
campagna ad attaccare il Pd senza una parola sulla destra che ha
distrutto Roma, perché punta su quei voti al ballottaggio».
Se Giachetti arriva al ballottaggio dovrete accordarvi con chi non fa che attaccare il «pasdaran del jobs act».
«Il
tema non è il rapporto tra Giachetti e Fassina, ma il progetto di
governo per la città e io spero che al ballottaggio saremo uniti. Il
centrosinistra a Roma c’è e governa bene la Regione con Zingaretti, gli
elettori di centrosinistra vogliono che continui a esistere e al
ballottaggio si uniranno su Giachetti. A me sembra che qualche dirigente
nazionale, e non parlo certo di Fassina, voglia dividere quel che a
Roma sta insieme storicamente».
Fassina disse che potrebbe votare la Raggi.
«Fatico
a immaginare che possa sostenere la candidata di Salvini, che tra
l’altro è un po’ spompata. Più passa il tempo, più si capisce che non
esiste un progetto politico dei Cinquestelle per Roma».
La sinistra che si riconosce in Bersani, Speranza, o D’Alema, voterà Giachetti?
«Su
Giachetti c’è l’impegno di tutto il Pd. Due giorni fa c’è stata
un’iniziativa con Cuperlo e Speranza, stiamo coinvolgendo tutti, anche
Bersani, e da tutti abbiamo ottenuto disponibilità a dare una mano».
Anche da Denis Verdini?
«A
Roma non abbiamo alcun rapporto con Verdini. Non lo abbiamo cercato e
non lo abbiamo voluto e quando sembrava intenzionato a partecipare alle
primarie gli abbiamo detto chiaramente che non era il benvenuto».
Quindi non chiamerete il senatore inquisito a sostenere il candidato Pd, come a Cosenza?
«Forse lo chiameranno i tanti candidati di destra in campo a Roma».