Corriere 18.5.16
La Cei boccia la legge Cirinnà
Il presidente Bagnasco: c’è un’equiparazione al matrimonio, il colpo finale sarà l’utero in affitto
Critico Alfano: lo rispetto, ma l’interpretazione è sbagliata. Il Pd: in Italia quella pratica è vietata
di Alessandra Arachi
ROMA
Le parole del cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Cei, sono
dure, dirette, una condanna senza appello contro la legge sulle unioni
civili, approvata l’11 maggio scorso. Talmente dure che persino il
ministro dell’Interno e leader dell’Ncd Angelino Alfano ne prende le
distanze.
Ha detto infatti il cardinal Bagnasco nella giornata
mondiale contro l’omofobia: «La legge sulle unioni civili sancisce di
fatto una equiparazione al matrimonio e alla famiglia anche se si
afferma che sono cose diverse: in realtà le differenze sono solo dei
piccoli espedienti nominalisti, o degli artifici giuridici facilmente
aggirabili, in attesa del colpo finale, l’utero in affitto».
Era
la relazione nell’assemblea generale dei vescovi, quella con la quale
ieri mattina il cardinal Bagnasco ha fatto scatenare una ridda di
polemiche. E persino il ministro Alfano ha trovato il modo di dissentire
dal presidente della Cei: «Lo dico con il rispetto che ho sempre avuto e
continuerò ad aver per il cardinale Bagnasco, ma la sua interpretazione
della legge sulle unioni civili con il lasciapassare per l’utero in
affitto non corrisponde a quanto nella legge c’è scritto».
La
legge approvata la settimana scorsa in via definitiva dalla Camera ha
avuto l’appoggio di Ncd, dopo lo stralcio della stepchild adoption , ed
ecco che ieri Angelino Alfano ha voluto fare chiarezza, anche ad uso dei
vescovi. Ha detto infatti: «Nella legge che abbiamo votato le unioni
civili sono un nuovo istituto nettamente e non nominalisticamente
diverso dal matrimonio, non sono previste le adozioni per le coppie
omosessuali né nella forma diretta né nella forma indiretta della
stepchild adoption ».
Ma non solo. Il ministro Alfano è deciso
nella sua replica al cardinale Bagnasco: «Meno che mai nella legge si
accenna all’utero in affitto che non potrà certo essere introdotto in
futuro nella nostra legislazione in base a questa norma. Di questo i
tribunali dovranno necessariamente tenere conto: c’è un nuovo istituto,
le unioni civili, che ha diritti e doveri, e tra i diritti non è
contemplato quello dell’adozione».
E con questa parte sulle
adozioni il responsabile dell’ Interno ha riaperto la questione che già
lunedì scorso si era accesa tra il ministro della Giustizia Andrea
Orlando (Pd) e quello della Famiglia Enrico Costa (Ncd), sulle possibili
o non possibili aperture alle adozioni della legge sulle unioni civili.
Tuttavia
la ridda di polemiche nella giornata di ieri si è concentrata tutta
sulle parole del cardinale Bagnasco. E a seguire il monito di Alfano ci
hanno pensato le parole di Luigi Zanda, capogruppo del Pd al Senato: «
L’utero in affitto è vietato dalla legge italiana e resterà vietato. Non
c’è alcuna possibilità che il divieto cambi».
Opposta la
posizione di Gaetano Quagliariello (Idea): «Il cardinale Bagnasco su
questa legge ha stracciato il velo dell’ipocrisia». Con Quagliariello
anche il leader della lega Matteo Salvini: «Questa legge è l’anticamera
delle adozioni gay. E io finché campo sarò contrario alle adozioni gay.
Ma non solo: non sposerei mai una coppia gay».
Critiche al
presidente della Cei sono arrivate anche dal segretario dei radicali
italiani, Riccardo Magi: «Il cardinale Bagnasco è ormai un disco rotto.
Le sue critiche alle unioni civili servono soltanto a segnare l’abisso
che lo separa dalla realtà italiana».