Corriere 17.5.16
Il centralismo referendario dell’Anpi
di Gian Antonio Stella
Tra
i partigiani ci son «pidocchi sulla criniera di un cavallo»? L’insulto
togliattiano contro Valdo Magnani e Aldo Cucchi, rei d’aver criticato
nel ‘51 i rapporti con l’Urss, non è stato ancora usato. Ma i toni dei
vertici dell’Anpi sono sempre più duri e minacciosi contro chi, in nome
della libertà di coscienza, rifiuta di schierare l’associazione contro
le riforme costituzionali. Tanto che i ribelli si sentono sul collo la
«ghigliottina giacobina». Tutto inizia a febbraio quando il presidente
dell’Anpi, Carlo Smuraglia, manda una lettera ai responsabili regionali,
provinciali e locali.
S piega che l’associazione ha deciso di
schierarsi per il «No alla riforma del Senato e al Sì sui quesiti
referendari». E chi per caso non è d’accordo? «Riconosciamo non solo il
diritto di pensarla diversamente, ma anche quello di non impegnarsi in
una battaglia in cui non si crede. Ma non riconosciamo e non possiamo
riconoscere il diritto a compiere atti contrari alle decisioni assunte».
Dunque «niente pronunce pubbliche per il Sì, niente iniziative a favore
o con i Comitati per il Sì e nessun ostacolo, esplicito o implicito,
alla nostra azione». Fila compatta! Avanti, marsch! Macché: i partigiani
di Bolzano non ci stanno e a fine febbraio scelgono all’unanimità di
«non obbedire al diktat»: libertà di opinione, senza schierare l’Anpi in
una battaglia dai risvolti partitici. Di più: al congresso di Rimini di
pochi giorni fa il presidente altoatesino Orfeo Donatini, difendendo
Giorgio Napolitano vittima di «inaccettabili attacchi» per il Sì alle
riforme, sbotta: «Nemmeno il centralismo democratico ai tempi del Pci di
Giancarlo Pajetta mi ha mai ordinato di allinearmi con tanto rigore».
Tesi: l’Anpi deve stare «al di sopra della mera contesa politica».
Reazione? Il deferimento ai probiviri di Donatini e dei presidenti di
Trento Sandro Schmid e Ravenna Ivano Artioli rei di condividere la sua
linea. Deferimento accolto con parole che tirano in ballo il Pci dei
tempi bui: «Smuraglia ricorda più i metodi di Secchia che gli
insegnamenti di Berlinguer». Centralismo referendario. C’è chi dirà:
beghe interne, bottega loro. Sarà… Sulle riforme si possono avere
opinioni diverse. Anche molto diverse. E il «Corriere» ha dato spazio a
tutte, comprese le più ostili. Assolutamente legittime. Mette
malinconia, però, vedere l’associazione dei partigiani, figlia di una
Resistenza che fu plurale, imporre ai suoi la falange compatta…