Corriere 17.5.16
Cambia «l’Unità» dopo D’Angelis Alla direzione arriverà Luna
di Claudio Bozza
U
n’altra rivoluzione per salvare l’Unità. Dal 1° giugno, a meno di colpi
di scena, alla direzione del quotidiano fondato da Gramsci arriverà
Riccardo Luna (foto a destra) per giocare la carta dell’innovazione
tanto cara a Renzi, mentre Erasmo D’Angelis (foto a sinistra) dovrebbe
tornare come dirigente a Palazzo Chigi dopo appena un anno dal ritorno
in edicola. Per la redazione si profila un momento durissimo, visto che
per contenere i costi l’editore prevede di dimezzare il numero dei
giornalisti: da 33 a 16. L’operazione, con i conti del giornale in
profondo rosso, è stata avviata sotto la supervisione diretta di Matteo
Renzi, che punta a rilanciare il foglio, di cui il Pd possiede il 20%.
In un anno di esercizio, l’editore è arrivato a perdere oltre 250 mila
euro al mese, un fardello insostenibile. Così al Nazareno, prima di
rischiare un colpo d’immagine durissimo come quello di una nuova
chiusura in un momento politico delicato, hanno deciso di voltare
pagina. Francesco Bonifazi, tesoriere del Pd, ha seguito la vicenda per
evitare il disimpegno del gruppo Stefanelli-Pessina, editore con l’80%.
Se si esclude il boom di vendite nei giorni del ritorno in edicola, con
tanti vip dem che si scattavano selfie con l’Unità in mano, i numeri
sono poi crollati: 60 mila copie stampate e una media di circa 8 mila
vendute. I tagli partiranno dalla carta: addio al formato «lenzuolo» e
ritorno al tabloid. Il segretario ha affidato a Luna un ruolo chiave per
rilanciare il giornale, puntando sull’interazione con i social network
ed i video del sito unità.tv, anche per giocare la dura battaglia in
vista del referendum di ottobre sulla riforma costituzionale. Luna, 51
anni, ha lavorato a lungo per Repubblica, poi al Corriere dello Sport e a
Il Romanista, che svelò le carte di Calciopoli. In seguito Luna ha
diretto Wired, mensile dedicato all’innovazione, per poi intervenire sul
palco della Leopolda raccontando la rivoluzione digitale di cui
l’Italia ha bisogno per ripartire. Un curriculum non proprio da Unità,
ma su cui Renzi ha voluto investire per rilanciare l’identità del foglio
gramsciano, attualizzandolo dopo il tentativo fallito di quest’anno.