Corriere 14.5.16
Come si approva una legge se non c’è maggioranza
risponde Sergio Romano
Leggo sul Corriere della Sera dell’11 maggio: sulla riforma del lavoro
il Consiglio dei ministri francese ha dato il via libera per approvare
il Jobs act alla francese senza il sì dell’Aula. Scelta dettata
dall’assenza di maggioranza e del fallimento delle trattative con i
sindacati. Altro che riforma costituzionale voluta da Matteo Renzi! La
Carta della Francia prevede quindi un autoritarismo governativo degno
delle peggiori dittature!
Giovanni Parmegiani gparmegiani@notariato.it
Caro Parmegiani,
N
el terzo paragrafo dell’art. 49 della Costituzione francese è scritto
che il Primo ministro, dopo una delibera del Consiglio dei ministri, può
impegnare la responsabilità del governo di fronte all’Assemblea
nazionale per l’approvazione di una proposta di legge. In questo caso il
progetto è considerato adottato a meno che una mozione di censura,
depositata entro 24 ore, venga sottoposta al voto.
Non userei, in
questo caso, la parola «autoritarismo». La costituzione della V
Repubblica fu scritta dopo gli avvenimenti algerini del maggio 1958,
quando i militari misero in scena una sorta di putsch e Charles De
Gaulle fu chiamato alla presidenza del Consiglio. Il generale non
nascose le sue intenzioni. Voleva una nuova costituzione e un capo dello
Stato eletto a suffragio universale. Non fu un colpo di mano. La nuova
costituzione sarebbe stata sottoposta all’approvazione del Paese e
l’elezione diretta del presidente della Repubblica sarebbe stata oggetto
di un referendum popolare.
Il Primo ministro sarebbe stato
nominato dal capo dello Stato, ma l’Assemblea nazionale avrebbe potuto
sfiduciarlo con una mozione di censura. L’intenzione era di rafforzare
il potere dell’Esecutivo evitando che divenisse ostaggio dei partiti, i
quali, negli anni precedenti, avevano provocato crisi frequenti e
drasticamente accorciato la durata dei governi. L’Assemblea nazionale
non veniva privata della possibilità di sfiduciare il governo, ma il
capo dello Stato avrebbe potuto nominare un nuovo Primo ministro o
sciogliere l’Assemblea nazionale e indire nuove elezioni. Il successo
della Quinta repubblica fu dimostrato, caro Parmegiani, dalla lunga
presidenza di François Mitterrand. Nel 1958 il leader socialista aveva
definito la costituzione della V Repubblica un «colpo di Stato
permanente». Ma quando divenne presidente della Repubblica non cercò di
cambiarla. Aggiungo che l’art. 49 fu usato anche da un Primo ministro
socialista, Michel Rocard, quando non aveva la maggioranza all’Assemblea
nazionale.