Repubblica 9.4.16
Il cardinale Raymond Leo Burke
“L’eros non è il male ma non deve mai essere in contrasto con la procreazione”
intervista di P. R.
ROMA.
« Amoris laetitia non ha lo scopo di cambiare la pastorale della Chiesa
per quanto riguarda quelli che vivono in una unione irregolare, ma di
applicare fedelmente la pastorale costante della Chiesa, quale
espressione fedele della pastorale di Cristo stesso, nel contesto della
cultura odierna».
Il cardinale Raymond Leo Burke, canonista
statunitense, autore de La santa Eucaristia sacramento di Carità
(Cantagalli), ritiene che «l’unica chiave giusta per interpretare Amoris
laetitia sia «la costante dottrina e disciplina della Chiesa per quanto
riguarda il matrimonio».
Papa Francesco ricorda “Evangelii
gaudium” che dice che la comunione non è un premio per i perfetti. Come
interpreta questa frase?
«La comunione non è un premio per i
perfetti nel senso che nessun uomo è degno del dono della vita propria
del Dio Figlio incarnato offerta nel sacrificio eucaristico. Per questa
ragione, prima di ricevere la comunione preghiamo: “O Signore, non sono
degno di partecipare alla tua mensa: ma dì soltanto una parola e io sarò
salvato.” Ma, allo stesso tempo, come anche esprime la preghiera, per
accedere alla comunione dobbiamo essere rettamente disposti, cioè
pentiti ed assolti dei nostri peccati con la risoluzione di non peccare
più. Dobbiamo essere sulla via di perfezione, come il Signore stesso ci
insegna nel Discorso sulla Montagna: “Voi, dunque, siate perfetti come è
perfetto il Padre vostro celeste”».
Francesco ricorda che il sesso non è un male ma un dono di Dio. Cosa pensa in merito?
«È
chiaro che il sesso è un dono di Dio come Dio stesso rivela nel Libro
della Genesi. Il sesso è integro alla nostra identità personale. Il male
negli atti sessuali viene dal cuore dell’uomo che non rispetta la sua
propria natura ma utilizza il dono del sesso in un modo che contraddice
il buono e giusto ordine della creazione. Il Signore ci insegna questo
nel Vangelo secondo Matteo».
Schönborn ha detto che la dottrina è
sempre stata rinnovata nella Chiesa. Ha citato Giovanni Paolo II che
legò l’amore fra uomo e donna all’immagine di Dio.
Lei è difensore
del rito antico e critico verso le novità del Concilio. Non ritiene la
sua visione figlia di una Chiesa impaurita e che vede nel mondo sempre e
soltanto un nemico?
«Non commento sull’affermazione del cardinale
Schönborn, che merita una accurata e profonda risposta, ma rispondo
alla sua domanda. Io ho fatto tutti i miei studi teologici in base agli
insegnamenti del Concilio e mi riferisco ai testi del Concilio. Quello
che io critico non è l’insegnamento del Concilio ma la manipolazione di
quell’insegnamento per avanzare idee e proposte, secondo il cosiddetto
“Spirito del Concilio”, che non hanno niente a che fare con
l’insegnamento del Concilio e spesso lo contraddicono. Come mai la
Chiesa possa essere impaurita quando è il Corpo Mistico di Cristo che è
solo la nostra salvezza? La Chiesa non vede il mondo come il nemico.
Infatti, la Chiesa deve lavorare giorno per giorno a servire il mondo,
trasformandolo secondo il disegno eterno di Dio e così servendo il bene
comune, la pace nel mondo che è il frutto della giustizia. Il nemico è
il secolarismo, la visione mondana del mondo che esclude Dio ed è
infatti ostile a Lui e al Suo disegno».
Il Sinodo è stato
descritto come un momento di confronto fra due anime della Chiesa. Lei è
stato più volte inserito fra i cosiddetti conservatori e antagonisti
alle riforme. Si sente tale?
«Rifiuto di essere classificato come
membro di un partito nella Chiesa. Vorrei essere soltanto un buon
cattolico, un fedele sacerdote. Con tutti i miei difetti, ho provato
sempre di avanzare la vera riforma della Chiesa, secondo il magistero. È
infatti una prospettiva mondana, che è entrata nella Chiesa, che vuol
dividere vescovi, sacerdoti e laici in campi politici. La vera
prospettiva si trova nel Vangelo quando il Signore ci dichiara: “Io sono
la vite, voi i tralci”, o nell’analogia ispirata della Chiesa quale
Corpo mistico di Cristo, proposta da san Paolo».