mercoledì 6 aprile 2016

Repubblica 6.4.16
Merkel su debito greco: taglio vietato
Al vertice con Lagarde la cancelliera non fa concessioni, per evitare il voto in parlamento
di Tonia Mastrobuoni

BERLINO. La giornata è partita male, con il ministro dell’Economia greco, Stathakis, che ha abbassato l’obiettivo degli introiti delle privatizzazioni. Invece dei 50 miliardi di euro concordati nel drammatico Consiglio europeo dello scorso luglio che scongiurò la Grexit per un pelo, la Grecia si attende di incassare ora 15 miliardi. Per Atene, non a torto, i 50 miliardi erano un obiettivo irrealistico. Ma per tutto il giorno, la numero uno del Fmi, Christine Lagarde, è stata abilissima a barcamenarsi tra la necessità di sopire i rancori emersi ad Atene dopo la pubblicazione dell’imbarazzante chiacchierata tra gli ispettori della Troika che ha scatenato un putiferio (alcuni contenuti sono “insensati” ha detto a Francoforte), e il bisogno di confermare i tedeschi nella loro linea dura sulla trattativa con Tsipras. Lagarde ha incontrato Angela Merkel a Berlino per i consueti, informali colloqui del governo con i vertici del Fmi, della Banca mondiale, del Wto, dell’Ilo e dell’Ocse. E in una conferenza stampa congiunta, la cancelliera tedesca ha sottolineato che «non è una richiesta solo del governo federale di rifiutare un taglio del debito; non è consentito, nell’eurozona », aggiungendo che «la posizione tedesca è che il Fondo deve partecipare all’accordo». Merkel ha sottolineato: «vogliamo una conclusione veloce di questi negoziati ». Anche Lagarde è stata dura, sul merito dei colloqui: «non siamo dove dovremmo essere, e dove la Grecia dovrebbe essere, per essere stabile». Il problema, in realtà, è anche di politica interna. Se la Germania concedesse il taglio del debito o consentisse al Fmi di abbandonare la Troika, dovrebbe in entrambi i casi passare per un voto al Bundestag. Con la Cdu e la Spd ai minimi storici nei sondaggi, difficilissimo che Merkel acconsenta ad una qualsiasi soluzione che la costringa al voto in Parlamento su una delle questioni che ha mag- giormente spaccato il suo partito, ossia la Grecia. In un momento in cui i malumori per la crisi dei profughi che hanno fatto vacillare la sua poltrona per tutto l’inverno si sono a malapena sopiti, impossibile che Merkel faccia qualcosa che rischi di ravvivarli. L’unica ipotesi accettata da Berlino – trovare un accordo sulle riforme e gli aggiustamenti che sblocchi la prossima tranche da 5 miliardi di euro – non la espone ad alcun rischio; l’intesa verrebbe discussa al massimo dalla Commissioni del Bundestag. A sostegno di Merkel è intervenuto il capo del fondo salva-Stati Esm, Klaus Regling, che ha escluso un taglio del debito e ha ricordato che «molto è già stato fatto e dal 2012 c’è stata una significativa ristrutturazione del debito greco». Ma il tedesco ha anche sottolineato che «ciò che possiamo fare, ad esempio, è dilazionare ulteriormente i pagamenti».