martedì 5 aprile 2016

Repubblica 5.4.16
L’identikit
Corsi, manuali e una tabella che spiega l’origine delle diverse patologie I sostenitori della Nuova medicina germanica “Non siamo una setta, aiutiamo a guarire”
“È la psiche a farvi ammalare” la bibbia del guru per gli adepti
di Sarah Martinenghi

TORINO. Uno spavento non solo toglie il fiato, ma può ripercuotersi sulla laringe. La paura di non riuscire a conquistare abbastanza donne può causare problemi alla prostata in un latin lover. E così via. Ogni zona del corpo, secondo la dottrina di Hamer, reagisce a un determinato stress emotivo. Ed è questa mappa, chiamata “tabella sinottica”, la chiave di volta della Nuova medicina germanica, la teoria capace da un lato di affascinare pazienti e addetti ai lavori, dall’altro di suscitare (documentate) perplessità. «La nostra non è una terapia, ma un metodo diagnostico che spiega al paziente perché ha avuto quella malattia, come mai è sorta in una certa zona del corpo. Non significa negare le cure tradizionali o rifiutare farmaci e operazioni chirurgiche nel processo di guarigione ». Simona Cella, docente e scrittrice originaria di Novara, ha 56 anni e in Italia è una delle principali sostenitrici delle tesi dell’ex medico tedesco Ryke Geerd Hamer, (oggi latitante e bandito dalla comunità scientifica), che ha teorizzato la genesi psicologica del cancro dopo essersi ammalato di tumore ai testicoli in seguito alla morte del figlio. Cella è anche l’ex moglie di Marco Pfister, presidente di “Formazione 5LB Italia”, la più importante scuola di formazione in materia.
«Non siamo una setta — precisa subito — ma è vero, negli anni è diventato più difficile mettersi in contatto con noi». Non ci sono sedi fisiche o numeri telefonici di riferimento: per conoscere le dottrine di Hamer bisogna navigare su internet, mandare email, venire a sapere delle conferenze grazie al passaparola. Le “5 leggi biologiche” e le controverse teorie sulla relazione tra il cancro e la mente sembrano comunque sedurre sempre più spesso non solo chi si trova a combattere una malattia, ma anche una parte di quanti devono illustrare ai pazienti i possibili percorsi di cura. Lo dimostra il fatto che la Nuova medicina germanica venga ormai insegnata in tutta Italia, in corsi affollati da medici, terapisti, omeopati, psicologi, dentisti. Cento euro per iscriversi al “livello base”, cinque anni per ottenere il “diploma”. Una casa editrice specializzata e un indirizzo email dedicato ai pazienti in cerca di un “secondo parere”, cui viene spiegata la genesi della loro malattia «sulla base del vissuto».
«L’idea di Hamer — spiega Cella — è stata studiare come si comportano organi e tessuti in seguito a un’attivazione che avviene a livello emotivo. Se sono sul divano a leggere un libro e una porta sbatte, al corpo arriva un’allerta che genera un sussulto e un aumento del battito cardiaco. Quando poi mi rendo conto che è stata colpa del vento, tutto torna in equilibrio». Non tutti gli stress, però, diventano sintomatici. Il sintomo si produce «quando si vive qualcosa di inaspettato, e il corpo reagisce in automatico: si attiva una zona nel cervello legata a quella situazione e questo si riflette su un organo».
Ecco perché, secondo gli hameriani, ogni zona del corpo si ammala per “colpa” di un preciso choc psicologico. «Una reazione ancestrale, come avviene negli animali. Una mucca cui hanno tolto un vitello produrrà più latte: è la risposta biologica per salvare il proprio cucciolo. Un meccanismo analogo può verificarsi in una donna. Se, per esempio, un figlio si ammala, la preoccupazione provocherà anche una risposta biologica. Studiando questa relazione, al paziente diamo una spiegazione, un perché della sua malattia».
Per la dottoressa torinese Germana Durando, era stato appunto un problema con l’ex fidanzato a originare in Marina L. il melanoma maligno che la donna, secondo il medico, non doveva togliere: per guarire dal cancro le sarebbe bastato superare il suo choc . «Almeno il 30-40 per cento dei pazienti oncologici associa una medicina alternativa alla terapia tradizionale — commenta Riccardo Torta, direttore di Psicologia clinica e oncologia dell’Università di Torino — È vero, la componente psicologica può incidere, ma una depressione non può provocare un tumore».
«Attenzione — precisa però Cella — per noi hameriani è importante che il medico spieghi al paziente tutto quello che serve per guarire: queste conoscenze sono un’integrazione, non una terapia». Chi scopre l’origine della propria malattia «si sente più tranquillo: trovare un perché può evitare una recidiva ». Secondo la docente, conoscere le 5 leggi biologiche è «fondamentale» per vivere meglio: «Ci insegnano a riconoscere perché il corpo risponde all’emotività, e ci offrono un feedback continuo di come stiamo».
Lo scoglio insuperabile per la comunità scientifica, però, resta la teoria di alcuni hameriani doc sulle forme tumorali, per cui la lesione, quando si manifesta, è un primo segnale di “guarigione” dal trauma emotivo subito. Convinzione dalla quale scaturisce, per i più osservanti, il rifiuto delle cure tradizionali.