Repubblica 5.4.16
“Rifiutarono le cure” altri due morti a Torino tra i seguaci di Hamer
Casi analoghi a quello di Marina, uccisa da un melanoma Prosciolto un dottore: aveva tentato di dissuadere la paziente
di Sarah Martinenghi
TORINO
Potrebbero essere decine, in tutta Italia, i casi di pazienti
oncologici morti per aver rifiutato le cure tradizionali contro il
cancro nel nome delle discusse teorie dell’ex medico tedesco Ryke Geerd
Hamer. L’Ordine dei medici di Torino ne è certo: «Solo da noi ci sono
stati almeno altri due casi che abbiamo affrontato negli ultimi tre
anni, avviando l’indagine disciplinare nei confronti di altrettanti
medici. Ora abbiamo aperto una nuova inchiesta chiedendo gli atti alla
Procura per verificare la condotta di Germana Durando».
Il medico
omeopata(difesa dall’avvocato Nicola Ciafardo) è infatti accusata di
omicidio colposo con l’aggravante della colpa con previsione, per aver
curato il cancro alla pelle della sua paziente, Marina L., morta a 53
anni nel settembre del 2014, con sedute psicologiche e rimedi
omeopatici. «Un caso riguardava una donna che aveva un cancro al seno e
non voleva operarsi — spiega il presidente dell’Ordine torinese, Guido
Giustetto — Abbiamo inizialmente aperto un procedimento contro il suo
medico di famiglia, che però ha dimostrato di aver fatto il possibile
per spiegare alla paziente che avrebbe dovuto affrontare intervento e
chemioterapia, rappresentandole i rischi del caso. Quella donna era
convinta delle cure hameriane e si era rivolta anche a un odontoiatra
che praticava il metodo Hamer, nei confronti del quale invece c’erano
gli estremi per una sanzione che è stata poi data dal suo ordine».
«Nel
nostro codice deontologico — aggiunge Giustetto — ci sono due norme
precise: è vietato al medico prescrivere terapie sulle quali non ci sia
adeguata documentazione scientifica, e in ogni caso, oltre alle cure non
convenzionali deve prospettare anche quelle ufficiali». Sulla Nuova
medicina germanica, il presidente non ha dubbi: «La terapia hameriana
non ha alcuna giustificazione nel ritenere che si possa guarire dal
cancro solo risolvendo il problema psicologico. Questo per noi è
delirio, ma purtoppo c’è chi ci crede».